Sandra Costa e Giovanna Perini Folesani, I savi e gli ignoranti: dialogo del pubblico con l'arte (16.-18. secolo), Bologna, Bononia University Press, 2017, ISBN 978-88-6923-204-6, LCCN 2017387409, OCLC 987699977, SBN UBO4233102.
«(p. 221:) La prassi del mercato artistico italiano quale ci è rivelata dagli studi più moderni ... proprio di strutture organizzate, ufficiali e ufficiose, nella loro infinita e plurivoca fenomenicità (botteghe d'arte, botteghe di robivecchi, atelier di pittori, mediazioni private occasionali o professionali in ambiti domestici, attività di agenti stranieri, venditori itineranti, mostre-mercato variamente camuffate da occasioni religiose o civili, aste anche giudiziarie, legislazione statale di tutela e relativa burocrazia di controllo sulle pratiche di esportazione - sovente eluse), presenta una varietà e dinamicità che poco ha da invidiare al contesto europeo (con l'eccezione, forse, dell'Olanda), come è logico in un paese che ha presto considerato cinicamente i suoi tesori d'arte non come un patrimonio da conservare amorevolmente, ma come un complesso di beni "da valorizzare" economicamente, parte mercificandoli subito, parte trasformandoli narrativamente in oggetti di attrazione turistica, piuttosto che componenti vive della propria identità culturale. Di fronte ad una prassi di mercato altamente sviluppata e diversificata, è semmai a livello teorico che si può rilevare qualche reticenza o contraddizione, (p. 222:) come se un calcolato silenzio potesse bilanciare una spudorata spregiudicatezza mercantile, nel segno di una conveniente ipocrisia intellettuale autoassolutoria»