Nella parte finale del "Le Paradis de la Reine Sybille" De La Sale cade in una vera e propria contraddizione, infatti scrive: "... Fra tutte le sibille che ho sopra nominato e fra i più santi uomini e altre scritture, non si trova nessuna menzione della falsa sibilla di cui fin qui ho parlato, e di ciò che il diavolo col suo potere, approfittando della nostra debole credulità, ha fatto spargere la fama per ingannare la gente semplice. Ed è perciò che io chiedo e supplico che non dispiaccia a nessuno,” se la mia vera credenza è quale io ho detto.
Così prego Dio di salvaguardare ogni buon cristiano da questa falsa credenza e dal mettersi in questo pericolo.
Mia riveritissima dama, vi mando copia di questo scritto per adempiere la mia promessa e non essere così rimproverato.
E ancora. Se a voi e alla mia reverentissima dama di Calabria, vostra compagna, facesse piacere di andarci a piedi (così come spesso siete solite accennare quando recitate le vostre preghiere prima e dopo il pranzo e prima e dopo la cena) la detta Regina Sibilla e tutte le sue dame vi festeggerebbero con grande gioia, e, inoltre, acquistereste un così grande merito e una così grande indulgenza, che vi metterebbe vestite in paradiso.
Lassù potreste incidere le vostre piume e violette, nonché i nomi e le insegne di coloro che saranno in vostra compagnia. Ma intanto, eccellentissima e potentissima principessa e mia riverita signora, se in qualche cosa potrò servire voi e il mio riverito signore, quando vi piaccia comandarmi, siate certi che con molto impegno, secondo il mio potere, l'adempirò. E il sommo Iddio, Dio degli dei, delle dee e di tutte le sibille, con la sua grandissima grazia, rallegri tutti e due e quelli che vi vogliono bene." Insomma De La Sale inviterebbe Agnese di Bourbon Burgogne ad andare nella terra del Diavolo e lasciarvi le sue, e non solo sue, insegne? Copia archiviata, su sibylla.it. URL consultato il 19 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2009)..