«Al tempo stesso occorre sottolineare come la documentazione archeologica di Santa Maria degli Angeli e del bacino portuale di piazza del Municipio presenti un progressivo incremento nel corso del VII, ma soprattutto dalla fine del secolo e nel VI secolo, e sia di gran lunga più cospicua rispetto a quella finora documentata per altri centri, epineion di Cuma (Pozzuoli o Miseno). In questa prospettiva il dato archeologico potrebbe indurre a rileggere nei termini di una progressiva crescita e di conseguente autonomia la crisi dei rapporti tra Partenope e Cuma riportata dalla tradizione storica e, in particolare, dal frammento di Lutazio. È a tale proposito importante che lo scarico di Santa Maria degli Angeli documenti dalla fine del VII e per tutto il VI, sino al primo quarto del V secolo a.C., un repertorio materiale in tutto simile per varietà e qualità a quello di Cuma, in cui, accanto alla ceramica comune da cucina e mensa, figurano il bucchero proveniente prima dall'Etruria propria e poi dai centri etruschi ed etruschizzati della Campania, ceramiche fini importate da varie regioni della Grecia e della Magna Grecia. Un indicatore rilevante dell'apertura di Partenope è costituito dal gran numero di frammenti di anfore da trasporto sia di importazione greca e, soprattutto, greca occidentale, sia, in numero minore, di tipo etrusco.»