Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario. 1883-1920, 1ª ed., Torino, Einaudi, 1965, p. 624.
«nell'estate e nell'autunno del '20 la caratteristica delle violenze fasciste cominciò ad essere invece proprio questa [azioni organizzate a freddo con la volontà di colpire il «nemico»]. [...] anticipando le azioni delle squadre nelle zone agricole, i fascisti cominciarono a passare apertamente all'attacco delle organizzazioni socialiste e «antinazionali». I casi più clamorosi in questo periodo furono la devastazione a Roma della tipografia dell'«Avanti!» il 21 luglio, e – episodio ben più grandioso e drammatico (se non altro per il numero delle vittime) – l'incendio a Trieste, il 13 luglio, del Balkan, cioè della Narodni dom, la sede delle organizzazioni slave nella città giuliana, e dell'analoga sede a Pola. In tutte e tre queste occasioni i fascisti operarono d'accordo con i nazionalisti. Tipico fu il caso del Balkan. Ecco come in un recente studio è stato ricostruito quel drammatico episodio che a ragione può essere considerato il vero battesimo dello squadrismo organizzato»