Secondo Leonardo Cecconi nella sua non del tutto precisa ricostruzione degli eventi in Storia di Palestrina, pp. 127 e ss., Pietro Colonna occupò nel 1092 (probabile anno della morte di Emilia) Palestrina e sue pertinenze, che includevano Zagarolo, Cave, Genazzano e Gallicano, per evitare che queste, decorso il naturale termine della concessione in enfiteusi per tre generazioni fatta a favore della senatrix Stefania nel 970, ava della contessa Emilia affine o coniuge o madre del Colonna, tornassero legittimamente alla Chiesa. Leonardo Cecconi, Storia di Palestrina, città del prisco Lazio, Ascoli, 1756.
La città che per ordine di Bonifacio VIII ricostruita a poca distanza prese per pochi anni il nome di Città Papale, era in via di ricostruzione riacquisendo il proprio nome sotto la protezione dei Colonna già nel 1306, cfr Storia di Palestrina, pp. 269 e ss.; secondo Pietrantonio Petrini la città fu riedificata nella pianura non lontano dalla superstite cattedrale presso la località nota come Madonna dell'Aquila v. Memorie prenestine, p. 150. Leonardo Cecconi, Storia di Palestrina, città del prisco Lazio, Ascoli, 1756. Pietrantonio Petrini, Memorie prenestine disposte in forma di annali, Stamperia Pagliarini, 1795.