Questo evento è alquanto controverso. Aristotele afferma che la Pandosia in questione fosse a circa 6 ore di cavallo dal mare. L'attuale Anglona dista circa 22 km dal mar Ionio, sapendo che l'andatura a cavallo è di circa 5 km/h, possiamo dire che questa affermazione sia verificata. Tito Livio (Tito Livio, ab Urbe condita, VIII, 24) afferma anche che ci sia un fiume denominato Acheronte, individuato nell'attuale fiume Agri. Fa anche riferimento a 3 monticelli, sui quali si sarebbero accampate le truppe del molosso successivamente divise dalla incessante pioggia e lo straripare del fiume, consentendo ai lucani di poter attaccare una per volta i tre accampamenti. I monticelli sono individuabili in Cucuzzuta, Sitigliana, e Tufinella da (E. Mirri, pag. 44). Da Strabone (Strabone, Geographia, 6.1.5) si apprende anche una certa vicinanza a Cosenza. Quest'ultima affermazione è poco plausibile, poiché Cosenza dista poco più di 100 km da Anglona, che con i mezzi dell'epoca erano interi giorni di viaggio, questo fa presumere ad un'altra città con lo stesso nome, forse Pandosia Bruzia, individuata con una certa approssimazione nell'attuale comune di Castrolibero. E. Mirri, Origini e vicende di Anglona arcaica e romana, Bari, 1973.
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Plinio il Vecchio, nel suo Naturalis Historia, III, 98, fa riferimento alla Pandosia di Lucania, come luogo in cui perse la vita Alessandro I detto il Molosso: «et Pandosiam Lucanorum urbem fuisse Theopompus, in qua Alexander Epirotes occubuerit».