Con la legge del 16 febbraio 1861, sull'istruzione superiore nelle province meridionali (c.d. legge Imbriani), ci fu un riassetto della R. Università di Napoli e della Facoltà di Scienze naturali dove, in aggiunta alla cattedra di Zoologia, fu istituita la nuova cattedra di Anatomia comparata disciplina che, negli ordinamenti universitari precedenti, rientrava in quella di Anatomia generale e patologica (cfr. Monticelli, 1901, p. 25). Francesco Saverio Monticelli, Notizie sulla origine e le vicende del Museo Zoologico della R. Università di Napoli, in Ann. Museo Zool. R. Università di Napoli, I (n.s.), n. 2, Napoli, Tip. Melfi & Joele, 1901-1905, pp. 1-47.
Pubblicato con lo stesso titolo anche in: Bull. Ass. dei Nat. e Med. per la mutua istruzione, II, n. 3, Napoli, Stab. Tip. Angelo Trani, 1871, pp. 38-46. Tradotto in francese: Organes lumineux et lumière des Pennatules, in Archives Sc. Phys. et Nat., XLIII (II), Genève, Imprimerie Ramboz et Schuchard, 1872, pp. 129-139. Tradotto in inglese: The Luminous Organs and Light of the Pennatulae.”, in Quarterly Journal of Microscopical Science, XII (II), n. 45-48, London, J. and A. Churchill, 1872, pp. 248-254.
Pubblicato con lo stesso titolo anche in: Bull. Ass. dei Nat. e Med. per la mutua istruzione, III, Napoli, Stab. Tip. Angelo Trani, 1872, pp. 3-9. Tradotto in inglese: The Luminous Organs and Light of the Pholades, in Quarterly Journal of Microscopical Science, XII (II), n. 45-48, London, J. and A. Churchill, 1872, pp. 254-260.
Pubblicato con lo stesso titolo anche in: Bull. Ass. dei Nat. e Med. per la mutua istruzione, III, Napoli, Stab. Tip. Angelo Trani, 1872, pp. 55-60. Tradotto in inglese: The Luminous Organs and Light of the Pyrosoma, in Quarterly Journal of Microscopical Science, XIII (II), n. 49-52, London, J. and A. Churchill, 1873, pp. 45-51.
Panceri, 1858b e 1859a. Notizie sopra il siluro elettrico, in Annali universali di medicina, CLXV=XXIX (IV), n. 494-495, Milano, Soc. Pubbl. Annali Universali, 1858, pp. 489-504. Nota intorno ai pesci elettrici, in Annali universali di medicina, CLXVII=XXXI (IV), n. 499, Milano, Soc. Pubbl. Annali Universali, 1859, pp. 102-106.
Lo stesso articolo ripubblicato l'anno successivo: Intorno alla natura della sostanza che rende fosforescenti gli animali morti, in Annali di chimica applicata alla medicina cioè alla farmacia, alla tossicologia, all'igiene, alla fisiologia, alla patologia e alla terapeutica, 53 (3), n. 3, Milano, 1871, pp. 143-148.
Cfr. Beltrami, 1878. Eugenio Beltrami, Paolo Panceri, in Memorie e documenti per la Storia dell'Università di Pavia e degli Uomini più illustri che v'insegnarono. Serie dei Rettori e dei Professori con annotazioni, I, Pavia, Stab. Tip. Lib. Successori Bizzeni, 1878, p. 439.
Cfr. Cornalia, 1877, p. 453. La dotazione del museo comprendeva, all'epoca della morte di Panceri, anche circa cinquecento preparati microscopici e oltre trecento tavole murali ad uso didattico, alcune disegnate da Panceri stesso (cfr. Gatto, 2000, p. 433). Inoltre Panceri aveva costituito una biblioteca specialistica e, soprattutto, un fondo fatto di articoli scientifici estratti dai più importanti periodici del tempo, sia italiani che tedeschi, inglesi, francesi, danesi e russi. La "Miscellanea Panceri", che arrivò a comprendere 1583 pubblicazioni rilegate in 114 volumi, documentando in modo pressoché completo gli studi di zoologia e di anatomia comparata pubblicati tra il 1860 ed 1874, fu venduta per 2.400 lire alla Biblioteca dell'Università di Napoli da Panceri per far fronte alle spese del suo secondo soggiorno scientifico in Egitto (cfr. Borrelli, 1991, p. 96 e Borrelli, 2008-2012). Emilio Cornalia, Commemorazione di Paolo Panceri letta dal M. E. e presidente professore Emilio Cornalia nelle adunanze dei giorni 7 e 21 giugno 1877, in Rend. R. Ist. Lombardo Sc. e Lett., X (II), Milano, Ulrico Hoepli, 1877, pp. 445-480. Romano Gatto, Storia di una "Anomalia". Le facoltà di Scienze dell'Università di Napoli tra l'Unità d'Italia e la Riforma Gentile 1860-1923, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 2000, pp. 1-616, ISBN978-88-8338-004-4. Antonio Borrelli, Paolo Panceri nella Napoli del secondo Ottocento, in Fridericiana. Rivista dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, I, n. 2, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 1991, pp. 93-113. Antonio Borrelli, Paolo Panceri, su Biblioteche dei filosofi. Biblioteche Filosofiche Private in Età Moderna e Contemporanea, Scuola Normale Superiore di Pisa, 2008-2012.
Cfr. Gasco, 1876, p. 4. Alla spedizione successivamente si aggiunsero Edoardo Geber, specialista in malattie cutanee dell'Universität Wien, e l'egiziano Hafisc che si proponeva di fare studi sulle affezioni oftalmiche (cfr. Gasco, 1876, p. 7). Francesco Gasco, Viaggio in Egitto dei socii P. Panceri e F. Gasco nell'anno 1873-1874, in Annuario Associazione del Naturalisti e Medici per la mutua Istruzione, Napoli, Stab. Tip. A. Trani, 1876, pp. 1-189. Francesco Gasco, Viaggio in Egitto dei socii P. Panceri e F. Gasco nell'anno 1873-1874, in Annuario Associazione del Naturalisti e Medici per la mutua Istruzione, Napoli, Stab. Tip. A. Trani, 1876, pp. 1-189.
Panceri, 1858b e 1859a. Notizie sopra il siluro elettrico, in Annali universali di medicina, CLXV=XXIX (IV), n. 494-495, Milano, Soc. Pubbl. Annali Universali, 1858, pp. 489-504. Nota intorno ai pesci elettrici, in Annali universali di medicina, CLXVII=XXXI (IV), n. 499, Milano, Soc. Pubbl. Annali Universali, 1859, pp. 102-106.
Il nuovo bopiride (accettato come Gyge branchialisCornalia & Panceri, 1861) fu rinvenuto attaccato, con la sua superficie dorsale, alla superficie convessa delle branchie di una particolare specie di crostaceo macruro del genere GebialittoralisLeach, 1816, e con la superficie ventrale applicata a quella interna e concava del guscio della Gebia (cfr. Cornalia & Panceri, 1858c). (in collaborazione con Emilio Cornalia), Osservazioni zoologico-anatomiche sopra un nuovo genere di Crostacei isopodi sedentarii (Gyge branchialis), in Mem. R. Acc. delle Sc. di Torino, XIX (II), Torino, Stamperia Reale, 1858, pp. 85-111, tav. I-II.
Nell'articolo (Claparède & Panceri, 1867h) i due Autori, oltre a considerazioni sulla storia del parassitismo in generale, descrissero e figurarono i diversi stadi dello sviluppo post-larvale di questo verme pelagico, nuovo anche genericamente, per il quale proposero il nome di Alciopina parassitica (poi Alciopina parasiticaClaparède & Panceri, 1867) prima specie del nuovo genere AlciopinaClaparède & Panceri, 1867. Dopo questo primo caso di endoparassitismo tra gli Anellidi, il fenomeno fu confermato l'anno successivo da Panceri con una nota in cui riferì della scoperta di larve di un'altra alciope, la Rhynchonereella gracilis, endoparassite gastro-vascolare sempre della C. densa (Panceri, 1868f). (in collaborazione con René Edouard Claparède), Nota sopra un Alciopide parassita della Cydippe densa Forsk, in Mem. Soc. It. Sc. Nat. e Museo Civ. Sc. Nat. Milano, III, n. 3, Milano, Tip. Giuseppe Bernardoni, 1867, pp. 1-6, tav. I. Altre larve di Alciopide (Rhynconereella) parassite della Cydippe densa, Forsk, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VII, n. 3, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1868, pp. 52-54.
Nella nota Panceri riferì del rinvenimento, nell'intestino tenue di uno sciacallo, di una Taenia echinococcus, allo stato adulto, fino ad allora rinvenuta solo nel cane domestico. Riferì anche di uno scolice di DibothriumDiesing, 1850, inizialmente aderente al corpo di una Brama RajiBloch & Schneider, 1801, poi Brama brama(Bonnaterre, 1788), secondo caso osservato di scolice di cestode libero e nuotante (cfr. Panceri, 1868b). Due fatti relativi ai Cestodi, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VII, n. 2, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1868, pp. 32-34.
Panceri istituì le specie: Polynoe turcicaPanceri, 1875 e Pholoe brevicornisPanceri, 1875, non più accettata perché sinonimo di Subadyte pellucida (Ehlers, 1864) (cfr. Panceri, 1875e e WoRMS, su marinespecies.org). Catalogo degli Anellidi, Gefirei e Turbellarie d'Italia., in Atti Soc. It. Sc. Nat., XVIII, II, fogli 7-15, Milano, Tip. Giuseppe Bernardoni, 1875, pp. 201-253.
Nella memoria, dopo aver verificato l'appartenenza alla fauna marina mediterranea di alcune specie, sino ad allora osservate solo nel Mare del Nord, Panceri istituì il genere TristicochaetaPanceri, 1878, accettato come DraconemaCobb, 1913 e fondò le specie: Desmoscolex elongatusPanceri, 1878, accettato come Tricoma elongata (Panceri, 1878); D. lanuginosusPanceri, 1878; Echinoderes erucaPanceri, 1878, accettato come E. erucusPanceri, 1878; E. meridionalisPanceri, 1878; E. minutusPanceri, 1878; E. spinosusPanceri, 1878; Tricoma elongata (Panceri, 1878) e Tristicochaeta inarimensePanceri, 1878 = Draconema inarimense (Panceri, 1878) Allen & Noffsinger, 1978 (taxon inquirendum) (cfr. Panceri, 1876c e 1878c e WoRMS, su marinespecies.org). Osservazioni intorno a nuove forme di vermi nematodi marini. Sunto dell'Autore, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XV, n. 11, Napoli, Tip. R. Acc. Sc. Fis. e Mat., 1876, p. 225. Osservazioni intorno a nuove forme di vermi nematodi marini, in Atti Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VII, n. 10, Napoli, Tip. R. Acc. Sc. Fis. e Mat., 1878, pp. 1-10, tav. I.
Panceri fondò due nuove specie di attinie, di cui una nuova anche genericamente. Con una nota preliminare in cui ne annunciava la scoperta (Panceri, 1868a), e una successiva memoria in cui ne descrisse e ne figurò l'anatomo-morfologia (Panceri, 1869d), Panceri istituì il genere CladactisPanceri, 1868 e le specie Cladactis costaPanceri, 1868 (accettato come Alicia mirabilisJohnson, 1861) e Halcampa claparediiPanceri, 1868, accettata come Edwardsia claparedii (Panceri, 1869) (cfr. WoRMS, su marinespecies.org). Nuovo genere di polipi actinidarii, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VII, n. 2, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1868, pp. 30-32. Intorno a due nuovi polipi Cladactis costa ed Halcampa claparedii, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1869, pp. 1-11, tav. I.[163]
Le tre coppie discendevano a loro volta da sei esemplari selvatici (cinque maschi e una femmina) che nel gennaio 1864 erano stati inviati a Parigi da Città del Messico ed allevati da Auguste Dumeril al Muséum National d'Histoire Naturelle. Dumeril ne aveva fatto dono a Kovalevsky che, dovendosi recare da Parigi a Napoli per proseguire i suoi studi embriologi, le aveva portate con sé (cfr. Panceri, 1868c, pp. 50-51 e 1869f, p. 147). Gli Axolotl recati per la prima volta in Napoli, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VII, n. 3, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1868, pp. 50-51. Intorno agli Axolotl cresciuti nell'Orto Botanico, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VIII, n. 9, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1868, pp. 147-148.
Panceri studiò il fenomeno «nelle Meduse (Acafeli), nelle Pennatule (Polipi), nei Pirosomi (Tunicati), nelle Foladi (Molluschi Acefali), nelle Beroe (Ctenofori), nelle Filliroe (M. eteropodi), nelle Polinoe (Vermi), nelle Campanularie (Polipi ldiarj)» (cfr. Cornalia, 1877, p. 456). Analizzò anche il fenomeno della luce emessa dagli occhi di una farfalla, la Catocala elocata (Esper, 1786), lepidottero della famigliaErebidae, giungendo alla conclusione che non si trattava di un fenomeno fisiologico ma fisico di riflessione (Panceri, 1872j). Emilio Cornalia, Commemorazione di Paolo Panceri letta dal M. E. e presidente professore Emilio Cornalia nelle adunanze dei giorni 7 e 21 giugno 1877, in Rend. R. Ist. Lombardo Sc. e Lett., X (II), Milano, Ulrico Hoepli, 1877, pp. 445-480. La luce degli occhi delle farfalle, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XI, n. 10, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 213-218.[158]
Gli stimoli potevano essere di natura meccanica come il tocco, lo scuotimento, la compressione o lo sfregamento, oppure di natura fisica come la scarica elettrica, la luce o il calore (che non sembrò però avere grande influenza) o ancora di natura chimica, come l'azione dell'acqua dolce che, oltre a indurre l'emissione di luce, la fissava. O anche l'azione dell'ammoniaca, dell'alcol, dell'etere o della potassa che prima stimolavano la luminescenza poi, però, la estinguevano mentre l'aria e l'ossigeno la stimolavano e l'acido carbonico l'estingueva (cfr. Pavesi, 1877, pp. 36-37). Pietro Pavesi, Dei meriti scientifici del defunto socio Prof. Comm. Paolo Panceri. Discorso letto nell'adunanza del 22 aprile 1877 dal Dottor Pietro Pavesi, in Atti Soc. It. Sc. Nat., XX, Milano, Tip. Giuseppe Bernardoni, 1877, pp. 28-48.
Successivamente Cunina albescensGegenbaur, 1857 accettata come Solmissus albescens (Gegenbaur, 1857) (cfr. WoRMS, su marinespecies.org). Oltre la P. nocticula, la P. phosphora e la C. moneta, tutte a luminosità diffusa, Panceri esaminò numerose altre specie di meduse trovandone alcune luminescenti solo in alcune aree: le Thaumantias Eschscholtz, 1829 accettate come ClytiaLamouroux, 1812, le MesonemaEschscholtz, 1829 accettate come Aequorea Péron & Lesueur, 1810, le LiriopeLesson, 1843 ed anche alcune GeryoniaPéron & Lesueur, 1810 e altre in cui la luminosità proveniva dall'interno, dai canali radiali come nella Dianaea appendiculataForbes, 1848 o dagli ovari come nella Oceania pileusde Blainville, 1830 accettata come Neoturris pileata (Forsskål, 1775). Altre ancora erano del tutto prive di potere luminoso: la Rhizostoma CuvieriPéron & Lesueur, 1810 accettata come Rhizostoma octopus (Gmelin, 1791); la Geryonia proboscidalis (Forsskål, 1775), la G. exigua e la Lizzia koellikeriGegenbaur, 1854 accettata come Koellikerina fasciculata (Péron & Lesueur, 1810) (cfr. Panceri, 1871e, pp. 141-142).
Tra i sifonofori Panceri si occupò della Abyla pentagonaMayer, 1900 accettata come Bassia bassensis (Quoy & Gaimard, 1833) e della Praya cymbiformis, probabilmente la Rosacea cymbiformis (Delle Chiaje, 1830) (cfr. Panceri, 1871e, p. 144 e WoRMS, su marinespecies.org). Intorno alla sede del movimento luminoso nelle meduse. Nota, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, X, n. 8, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1871, pp. 140-146.[147]Intorno alla sede del movimento luminoso nelle meduse. Nota, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, X, n. 8, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1871, pp. 140-146.[147]
Panceri condusse le sue ricerche sul Kophobelemnon stelliferum (Müller, 1776), sulla Pennatula phosphoreaLinnaeus, 1758, sulla P. rubra (Ellis, 1764) e sulla Cavernularia pusilla (Philippi, 1835) ((cfr. Panceri, 1871h, 1871i e 1872f). Intorno alle cellule olfattive della Carinaria mediterranea, in Boll. Ass. dei Med. e Nat. per la mutua istruzione, II, Napoli, Stab. Tip. Angelo Trani, 1871, pp. 83-87, tav. I. Il Corallo considerato come specie animale e come prodotto industriale, in L'Esposizione internazionale marittima, 7, 10, 14, Napoli, 1871, pp. 50-52, 73-75, 105-109. Intorno ad un pennatulario fosforescente non per anco rinvenuto presso Napoli. Sunto dell'Autore, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XI, n. 4, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 88-90.[155]
Panceri, 1871h, 1871i e 1872f. Intorno alle cellule olfattive della Carinaria mediterranea, in Boll. Ass. dei Med. e Nat. per la mutua istruzione, II, Napoli, Stab. Tip. Angelo Trani, 1871, pp. 83-87, tav. I. Il Corallo considerato come specie animale e come prodotto industriale, in L'Esposizione internazionale marittima, 7, 10, 14, Napoli, 1871, pp. 50-52, 73-75, 105-109. Intorno ad un pennatulario fosforescente non per anco rinvenuto presso Napoli. Sunto dell'Autore, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XI, n. 4, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 88-90.[155]
Panceri definì idropico lo stato di rigonfiamento dell'animale, fino a dimensioni anche doppie rispetto a quelle iniziali; tetanico lo stato di contrazioni spasmodiche con espulsione del liquido dei canali; di esaurimento lo stato di collasso dell'animale. Quando invece non manifestava nessuno di questi fenomeni e, ovviamente, non era morto, allora si trovava nello stato di opportunità ed era adatto a essere sottoposto alle prove sperimentali (cfr. Panceri, 1871h, pp. 19-21 e Cornalia, 1877, p. 457). Intorno alle cellule olfattive della Carinaria mediterranea, in Boll. Ass. dei Med. e Nat. per la mutua istruzione, II, Napoli, Stab. Tip. Angelo Trani, 1871, pp. 83-87, tav. I. Emilio Cornalia, Commemorazione di Paolo Panceri letta dal M. E. e presidente professore Emilio Cornalia nelle adunanze dei giorni 7 e 21 giugno 1877, in Rend. R. Ist. Lombardo Sc. e Lett., X (II), Milano, Ulrico Hoepli, 1877, pp. 445-480.
Questi organi, ritenuti ovari dagli autori precedenti e di cui Panceri riconobbe la corretta funzione, erano situati tra la tunica interna e quella esterna del tegumento del tubo, alla base del collo e al disopra delle branchie. Di derivazione embriologica dallo strato esterno cellulare del blastoderma, erano costituiti da cellule sferiche anucleate, contenenti una sostanza albuminoide e un'altra assimilabile al grasso (Panceri, 1872a e 1872b). Gli organi luminosi e la luce dei Pirosomi e delle Foladi, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 1-51, tav. I-III.[150]Gli organi luminosi e la luce dei pirosomi. Sunto dell'Autore, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XI, n. 3, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 43-49.[151]
Queste aree, che costituivano gli organi luminosi delle Foladi, erano irrorati dalla fitta rete dei capillari della pagina interna del mantello ed erano formate da un epitelio ciliato ricco, nelle sue cellule, della stessa sostanza granellosa, solubile nell'alcool e nell'etere, che Panceri aveva già osservato nelle cellule degli altri invertebrati luminescenti (Panceri, 1872a e 1872c). Gli organi luminosi e la luce dei Pirosomi e delle Foladi, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 1-51, tav. I-III.[150]Gli organi luminosi e la luce dei Foladi. Sunto dell'Autore, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XI, n. 4, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 83-88.[152]
Su incarico di Giuseppe Fiorelli, direttore del Museo nazionale, Panceri si occupò della ricognizione e delle indagini scientifiche sulla mummia. Si trattava della mummia naturale di un individuo maschio adulto, mummificato in posizione fetale. Dallo studio anatomo-morfologico, eseguito in comparazione con due mummie peruviane conservate nel Museo Civico di Storia naturale di Milano, emerse, attraverso una serie di caratteri, quali la testa schiacciata, la mancanza di gobbe frontali, l'obliquità delle mascelle, l’angolo facciale di 68°, la grandezza del torace, la lunghezza del tronco e la piccolezza della mano e del piede, l’individuo mummificato dovesse appartenere alla stirpe degli Aymares, che abitavano gli altopiani andini del Perù e della Bolivia, prima della caduta degli Inca. a differenza dei due individui del Museo di Milano, appartenenti alla stirpe dei Chinchas (Panceri, 1871a). La mummia peruviana del Museo nazionale di Napoli, in Atti. Acc. Pontaniana, IX, Napoli, Stamp. della R. Università, 1871, pp. 267-273, tav. I.
Estratto della memoria: La luce e gli organi luminosi di alcuni anellidi, in Atti Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VII, n. 1, Napoli, Tip. R. Acc. Sc. Fis. e Mat., 1878, pp. 1-19, tav. I-IV.
Estratto della memoria (in collaborazione con Leone De Sanctis): Sopra alcuni organi della Cephaloptera giorna, in Atti. Acc. Pontaniana, IX, Napoli, Stamp. della R. Università, 1871, pp. 335-370, tav. I-III.
Negli anni successivi Panceri si sarebbe occupato ancora di ittiologia con due brevi note sul Clarias anguillaris (Linnaeus, 1758) in cui descrisse la singolare conformazione delle gonadi maschili di questa specie e discusse dell'albinismo in due esemplari da lui acquistati a Il Cairo durante il suo secondo soggiorno in Egitto (Panceri, 1873f e 1874e). Intorno all'albinismo del Clarias anguillaris, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XII, n. 9, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1873, pp. 110-114. Intorno alla speciale forma che presentano gli organi maschili del Clarias Anguillaris, in Ann. Museo Civ. St. Nat. di Genova, VI, Genova, Tip. R. Ist. Sordo-Muti, 1874, pp. 361-3654, tav. XIII.
Questi organi, ritenuti ovari dagli autori precedenti e di cui Panceri riconobbe la corretta funzione, erano situati tra la tunica interna e quella esterna del tegumento del tubo, alla base del collo e al disopra delle branchie. Di derivazione embriologica dallo strato esterno cellulare del blastoderma, erano costituiti da cellule sferiche anucleate, contenenti una sostanza albuminoide e un'altra assimilabile al grasso (Panceri, 1872a e 1872b). Gli organi luminosi e la luce dei Pirosomi e delle Foladi, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 1-51, tav. I-III.[150]Gli organi luminosi e la luce dei pirosomi. Sunto dell'Autore, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XI, n. 3, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 43-49.[151]
Queste aree, che costituivano gli organi luminosi delle Foladi, erano irrorati dalla fitta rete dei capillari della pagina interna del mantello ed erano formate da un epitelio ciliato ricco, nelle sue cellule, della stessa sostanza granellosa, solubile nell'alcool e nell'etere, che Panceri aveva già osservato nelle cellule degli altri invertebrati luminescenti (Panceri, 1872a e 1872c). Gli organi luminosi e la luce dei Pirosomi e delle Foladi, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 1-51, tav. I-III.[150]Gli organi luminosi e la luce dei Foladi. Sunto dell'Autore, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XI, n. 4, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, pp. 83-88.[152]
Oltre la P. turcica, Panceri individuò anche un'altra Polynoe a luce parziale, la P. torquataClaparède, 1868 (nome non più accettato perché sinonimo soggettivo di Harmothoe spinifera (Ehlers, 1864) che illuminava nelle elitre soltanto un'area centrale di forma triangolare (cfr. Panceri, 1875a e WoRMS, su marinespecies.org). La luce e gli organi luminosi di alcuni anellidi, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1875, pp. 1-19, tav. I-IV.[161]
Come nel Chaetopterus variopedatus (Renier, 1804) dove queste cellule erano adunate in masse triangolari stratificate a costituire le due grosse ghiandole fosforescenti delle pinnule, di cui occupavano gran parte della faccia superiore (cfr. Panceri, 1875a, p. 5). La luce e gli organi luminosi di alcuni anellidi, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1875, pp. 1-19, tav. I-IV.[161]
Come nello stesso C. variopedatus (nei tentacoli, nel tubercolo, nella superficie e nel bordo delle tre tasche branchiali, in parte dei rami di tutti i piedi della regione posteriore dell'animale e nella stessa superficie delle pinnule, nella zona priva delle due ghiandole fosforescenti); nel Balanoglossus minutusKowalevsky, 1866, in alcune cellule dell'epitelio ciliato; nel Polycirrus aurantiacusGrube, 1860; nelle OdontosyllisClaparède, 1863 e nelle Syllidae Grube, 1850 in generale e nelle forme natanti delle nereidi (HeteronereisÖrsted, 1843 poi NereisLinnaeus, 1758) (Panceri, 1875a). La luce e gli organi luminosi di alcuni anellidi, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1875, pp. 1-19, tav. I-IV.[161]
Estratto della memoria: Gli organi luminosi e la luce dei Beroidei, in Atti Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, V, n. 20, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1873, pp. 1-15, tav. I.
La monografia è la traduzione in francese fatta da Panceri dei suoi primi lavori sulla bioluminescenza animale (cfr. Anctil, 2018, p. 144). Michel Anctil, Paolo Panceri and the Italian Cohort, in Luminous Creatures: the History and Science of Light Production in Living Organisms, Montreal & Kingston, McGill-Queen’s University Press, 2018, pp. 139-162, ISBN978-0-7735-5409-2.
Successivamente accettato come Tonna galea (Linnaeus, 1758) (cfr. WoRMS, su marinespecies.org).
Successivamente accettata come Mobula mobular (Bonnaterre, 1788) (cfr. Worms, su marinespecies.org).
Panceri istituì le specie: Polynoe turcicaPanceri, 1875 e Pholoe brevicornisPanceri, 1875, non più accettata perché sinonimo di Subadyte pellucida (Ehlers, 1864) (cfr. Panceri, 1875e e WoRMS, su marinespecies.org). Catalogo degli Anellidi, Gefirei e Turbellarie d'Italia., in Atti Soc. It. Sc. Nat., XVIII, II, fogli 7-15, Milano, Tip. Giuseppe Bernardoni, 1875, pp. 201-253.
Nella memoria, dopo aver verificato l'appartenenza alla fauna marina mediterranea di alcune specie, sino ad allora osservate solo nel Mare del Nord, Panceri istituì il genere TristicochaetaPanceri, 1878, accettato come DraconemaCobb, 1913 e fondò le specie: Desmoscolex elongatusPanceri, 1878, accettato come Tricoma elongata (Panceri, 1878); D. lanuginosusPanceri, 1878; Echinoderes erucaPanceri, 1878, accettato come E. erucusPanceri, 1878; E. meridionalisPanceri, 1878; E. minutusPanceri, 1878; E. spinosusPanceri, 1878; Tricoma elongata (Panceri, 1878) e Tristicochaeta inarimensePanceri, 1878 = Draconema inarimense (Panceri, 1878) Allen & Noffsinger, 1978 (taxon inquirendum) (cfr. Panceri, 1876c e 1878c e WoRMS, su marinespecies.org). Osservazioni intorno a nuove forme di vermi nematodi marini. Sunto dell'Autore, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XV, n. 11, Napoli, Tip. R. Acc. Sc. Fis. e Mat., 1876, p. 225. Osservazioni intorno a nuove forme di vermi nematodi marini, in Atti Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VII, n. 10, Napoli, Tip. R. Acc. Sc. Fis. e Mat., 1878, pp. 1-10, tav. I.
Panceri fondò due nuove specie di attinie, di cui una nuova anche genericamente. Con una nota preliminare in cui ne annunciava la scoperta (Panceri, 1868a), e una successiva memoria in cui ne descrisse e ne figurò l'anatomo-morfologia (Panceri, 1869d), Panceri istituì il genere CladactisPanceri, 1868 e le specie Cladactis costaPanceri, 1868 (accettato come Alicia mirabilisJohnson, 1861) e Halcampa claparediiPanceri, 1868, accettata come Edwardsia claparedii (Panceri, 1869) (cfr. WoRMS, su marinespecies.org). Nuovo genere di polipi actinidarii, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, VII, n. 2, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1868, pp. 30-32. Intorno a due nuovi polipi Cladactis costa ed Halcampa claparedii, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1869, pp. 1-11, tav. I.[163]
Successivamente accettato come Trachipterus trachypterus (Gmelin, 1789) (cfr. WoRMS, su marinespecies.org).
Successivamente Cunina albescensGegenbaur, 1857 accettata come Solmissus albescens (Gegenbaur, 1857) (cfr. WoRMS, su marinespecies.org). Oltre la P. nocticula, la P. phosphora e la C. moneta, tutte a luminosità diffusa, Panceri esaminò numerose altre specie di meduse trovandone alcune luminescenti solo in alcune aree: le Thaumantias Eschscholtz, 1829 accettate come ClytiaLamouroux, 1812, le MesonemaEschscholtz, 1829 accettate come Aequorea Péron & Lesueur, 1810, le LiriopeLesson, 1843 ed anche alcune GeryoniaPéron & Lesueur, 1810 e altre in cui la luminosità proveniva dall'interno, dai canali radiali come nella Dianaea appendiculataForbes, 1848 o dagli ovari come nella Oceania pileusde Blainville, 1830 accettata come Neoturris pileata (Forsskål, 1775). Altre ancora erano del tutto prive di potere luminoso: la Rhizostoma CuvieriPéron & Lesueur, 1810 accettata come Rhizostoma octopus (Gmelin, 1791); la Geryonia proboscidalis (Forsskål, 1775), la G. exigua e la Lizzia koellikeriGegenbaur, 1854 accettata come Koellikerina fasciculata (Péron & Lesueur, 1810) (cfr. Panceri, 1871e, pp. 141-142).
Tra i sifonofori Panceri si occupò della Abyla pentagonaMayer, 1900 accettata come Bassia bassensis (Quoy & Gaimard, 1833) e della Praya cymbiformis, probabilmente la Rosacea cymbiformis (Delle Chiaje, 1830) (cfr. Panceri, 1871e, p. 144 e WoRMS, su marinespecies.org). Intorno alla sede del movimento luminoso nelle meduse. Nota, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, X, n. 8, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1871, pp. 140-146.[147]Intorno alla sede del movimento luminoso nelle meduse. Nota, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, X, n. 8, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1871, pp. 140-146.[147]
Successivamente Solmaris corona (Keferstein & Ehlers, 1861) (cfr. WoRMS, su marinespecies.org).
Oltre la P. turcica, Panceri individuò anche un'altra Polynoe a luce parziale, la P. torquataClaparède, 1868 (nome non più accettato perché sinonimo soggettivo di Harmothoe spinifera (Ehlers, 1864) che illuminava nelle elitre soltanto un'area centrale di forma triangolare (cfr. Panceri, 1875a e WoRMS, su marinespecies.org). La luce e gli organi luminosi di alcuni anellidi, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1875, pp. 1-19, tav. I-IV.[161]
Successivamente denominato Laomedea flexuosaAlder, 1857 (cfr. WoRMS, su marinespecies.org).
Successivamente Ericaria selaginoides(Linnaeus) Molinari & Guiry, 2020 (cfr. WoRMS, su marinespecies.org).
repfocus.dk
Successivamente Cerastes aegyptiacusDuméril, Bibron & Duméril (Golay & al., 1993), sinonimo di Cerastes cerastesAndersson, 1899 (cfr. RepFocus - A Survey of the Reptiles of the World, su repfocus.dk).
Nominato dall'8 gennaio 1870 nella Classe di Scienze naturali di cui era già socio corrispondente dall'8 giugno 1867. Panceri fu anche Presidente dell'Accademia di Scienze fisiche e matematiche nel 1876 (cfr. Leonardo Merola e Giuseppina Pugliano, Annuario della Società nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli (PDF), Napoli, Officine grafiche Francesco Giannini & Figli S.p.A., 2018, pp. 1-485).
Francesco Gasco era, dal 1867, professore incaricato di storia naturale nel R. Liceo ginnasiale Principe Umberto di Napoli (cfr. Maria B. D'Ambrosio, Gasco, Francesco Giuseppe, su Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 52, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A., 1999).
Panceri era essenzialmente uno scienziato sperimentalista, che ricavava le sue conoscenze dalla pratica di laboratorio, e preferiva la ricerca sul campo ai grandi dibattiti teorici (cfr. Battaglini, 2008, p. 65 e Borrelli, 1991, p. 99) e quelle di Darwin, allora, erano ancora teorie. E le teorie, secondo i suoi principi metodologici, dovevano essere sempre accompagnate da una loro rigorosa verifica sperimentale (cfr. Scillitani, 2014) «in omaggio a Galileo, il qual voleva che quello che si asserisca venga provato, e che quello che è provato resista alla riprova» (cfr. Panceri, 1875f, p. 25). Quello di Panceri non fu dunque antidarwinismo, ma la prudenza di chi, avendo una visione meccanicistica e deterministica della scienza, credeva profondamente nello sperimentalismo e non accettava risultati che non fossero stati verificati. L'ipotesi darwinista, secondo Panceri, non era quindi una teoria scientifica in senso galileiano (cfr. Gatto, 2000, p. 439). Pietro Battaglini, Storia della Zoologia Napoletana, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 2008, pp. 1-176, ISBN978-88-8338-047-1. Antonio Borrelli, Paolo Panceri nella Napoli del secondo Ottocento, in Fridericiana. Rivista dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, I, n. 2, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 1991, pp. 93-113. Giovanni Scillitani, PANCERI, Paolo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 80, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014. Speranze nell'avvenire delle scienze naturali. Discorso inaugurale all'anno 1875-76, in R. Università di Napoli, Napoli, 1875, pp. 1-31.[170] Romano Gatto, Storia di una "Anomalia". Le facoltà di Scienze dell'Università di Napoli tra l'Unità d'Italia e la Riforma Gentile 1860-1923, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 2000, pp. 1-616, ISBN978-88-8338-004-4.
Cfr. Ettore Remotti, Aroldo De Tivoli e Giuseppe Gola, Luminescenza, su treccani.it, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A.
unica.it
picus.unica.it
Cfr. Cornalia, 1877, p. 453. La dotazione del museo comprendeva, all'epoca della morte di Panceri, anche circa cinquecento preparati microscopici e oltre trecento tavole murali ad uso didattico, alcune disegnate da Panceri stesso (cfr. Gatto, 2000, p. 433). Inoltre Panceri aveva costituito una biblioteca specialistica e, soprattutto, un fondo fatto di articoli scientifici estratti dai più importanti periodici del tempo, sia italiani che tedeschi, inglesi, francesi, danesi e russi. La "Miscellanea Panceri", che arrivò a comprendere 1583 pubblicazioni rilegate in 114 volumi, documentando in modo pressoché completo gli studi di zoologia e di anatomia comparata pubblicati tra il 1860 ed 1874, fu venduta per 2.400 lire alla Biblioteca dell'Università di Napoli da Panceri per far fronte alle spese del suo secondo soggiorno scientifico in Egitto (cfr. Borrelli, 1991, p. 96 e Borrelli, 2008-2012). Emilio Cornalia, Commemorazione di Paolo Panceri letta dal M. E. e presidente professore Emilio Cornalia nelle adunanze dei giorni 7 e 21 giugno 1877, in Rend. R. Ist. Lombardo Sc. e Lett., X (II), Milano, Ulrico Hoepli, 1877, pp. 445-480. Romano Gatto, Storia di una "Anomalia". Le facoltà di Scienze dell'Università di Napoli tra l'Unità d'Italia e la Riforma Gentile 1860-1923, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 2000, pp. 1-616, ISBN978-88-8338-004-4. Antonio Borrelli, Paolo Panceri nella Napoli del secondo Ottocento, in Fridericiana. Rivista dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, I, n. 2, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 1991, pp. 93-113. Antonio Borrelli, Paolo Panceri, su Biblioteche dei filosofi. Biblioteche Filosofiche Private in Età Moderna e Contemporanea, Scuola Normale Superiore di Pisa, 2008-2012.
Panceri era essenzialmente uno scienziato sperimentalista, che ricavava le sue conoscenze dalla pratica di laboratorio, e preferiva la ricerca sul campo ai grandi dibattiti teorici (cfr. Battaglini, 2008, p. 65 e Borrelli, 1991, p. 99) e quelle di Darwin, allora, erano ancora teorie. E le teorie, secondo i suoi principi metodologici, dovevano essere sempre accompagnate da una loro rigorosa verifica sperimentale (cfr. Scillitani, 2014) «in omaggio a Galileo, il qual voleva che quello che si asserisca venga provato, e che quello che è provato resista alla riprova» (cfr. Panceri, 1875f, p. 25). Quello di Panceri non fu dunque antidarwinismo, ma la prudenza di chi, avendo una visione meccanicistica e deterministica della scienza, credeva profondamente nello sperimentalismo e non accettava risultati che non fossero stati verificati. L'ipotesi darwinista, secondo Panceri, non era quindi una teoria scientifica in senso galileiano (cfr. Gatto, 2000, p. 439). Pietro Battaglini, Storia della Zoologia Napoletana, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 2008, pp. 1-176, ISBN978-88-8338-047-1. Antonio Borrelli, Paolo Panceri nella Napoli del secondo Ottocento, in Fridericiana. Rivista dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, I, n. 2, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 1991, pp. 93-113. Giovanni Scillitani, PANCERI, Paolo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 80, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014. Speranze nell'avvenire delle scienze naturali. Discorso inaugurale all'anno 1875-76, in R. Università di Napoli, Napoli, 1875, pp. 1-31.[170] Romano Gatto, Storia di una "Anomalia". Le facoltà di Scienze dell'Università di Napoli tra l'Unità d'Italia e la Riforma Gentile 1860-1923, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 2000, pp. 1-616, ISBN978-88-8338-004-4.
zobodat.at
Accettata successivamente come Diphyllobothrium erinaceieuropaei (Rudolphi, 1819) (cfr. Antonio Federico Polonio, Eine neue Art von Ligula (PDF), in Lotos, Zeitschrift fuer Naturwissenschaften, X, 1860, pp. 179-180).