In una comunicazione al vescovo di Spoleto il medesimo de Töth scrisse che ciò era stato motivato dall'"assoluta mancanza di spirito religioso ch'è in quell'ordine e particolarmente dal fatto della vita privata che ivi si pratica" (citato in Invernizzi, 1997)
Il diretto interessato, in una lettera scritta molti anni dopo, il 4 aprile 1950, e indirizzata al postulatore della causa di beatificazione di san Pio X, scrisse: "avendo io travalicato i limiti, che un giusto riserbo e doveroso riguardo imponeva, mi allontanò dalla direzione del giornale, cui mi aveva messo a capo". (Invernizzi, 1997)
Secondo quanto scritto dal vescovo di Fiesole, monsignor Giovanni Fossà a Papa Pio XI il 4 febbraio 1923, la Segreteria di Stato della Santa Sede voleva la rivista «soppressa a ogni costo» (Invernizzi, 1997).