Papa Giovanni XXII (Italian Wikipedia)

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  • (FR) Julien de Saint-Acheul, Taxes des parties casuelles de la boutique du pape: pour la remise, moyennant argent, de tous les crimes et péchés : avec notes et accessoires pagine 11-12, Editore G. Ducasse, 1835.
    «Questo testo, che è la traduzione di un volumetto che ha fatto parte dell'indice dei libri proibiti dall'Inquisizione, contiene i tariffari dei peccati ed è visualizzabile integralmente, preceduto da un'altra opera in italiano»
    (FR)

    «Prosper Marchand, et beaucoup d'autres savans, disent que le Livre des Taxes est dû au pape Jean XXII, qui vivait au commencement du quatorzième siècle. Polydore Virgile, qui met ce tarif au nombre des inventions humaines, dont il écrit l'histoire, dit «que ce fut le pape Jean XXII qui institua les taxes de la pénitencierie, par lesquelles le Saint Siége se fait des revenus sue les bénéfices, sur les absolutions et sur toutes sortes de matières.». Ces taxes éprouvèrent des modifications, à mesure que l'argent décrut de valeur. Elles ne devirent publiques et parfaitement connues que quand l'imprimerie ayant été inventée, la cour de Rome eut l'inconcevable effronterie de les mettre au jour, comme une règle légale. Cet événement eut lieu sous le pontificat de Léon X, qui y fit diverses augmentations, car on lit quelque part dans plusieurs éditions de cet ouvrage: «Le livre de Jean XXII ne fait pas toutes ces distinctions.»»

    (IT)

    «Prosper Marchand, e molti altri eruditi, affermano che il Libro delle Tasse si debba a Papa Giovanni XXII che visse all'inizio del quattordicesimo secolo. Polidoro Virgili, che colloca questa tariffa tra le varie invenzioni dell'uomo, di cui ha scritto la storia, asserisce che "fu Papa Giovanni XXII a istituire le tasse della penitenzieria, attraverso le quali la Santa Sede ricavava dei proventi sui benefici, sulle assoluzioni e su ogni sorta di materia." Queste tasse furono oggetto di modifiche, di pari passo con la diminuzione di valore dell'argento. Esse divennero pubbliche e del tutto conosciute solo quando, in seguito all'invenzione della stampa, la corte di Roma ebbe l'inconcepibile impudenza di aggiornarle, come una norma di legge. Questo evento si verificò sotto il pontificato di Leone X che applicò diversi rincari, poiché si legge in alcune parti nelle diverse edizioni dell'opera: "Il libro di Giovanni XXII non fa tutte queste distinzioni"»

fiu.edu

cardinals.fiu.edu

google.it

books.google.it

letterainternazionale.it

  • Alessandra Fagioli, Il romanziere e lo storico, su letterainternazionale.it, Lettera Internazionale, 2003. URL consultato il 6 febbraio 2013.
    «Per fare un esempio, scrivevo "Il nome della rosa", dove il mio unico interesse era mettere in scena una complessa trama poliziesca all'interno di un'abbazia, che poi ho deciso di situare nel Trecento perché mi erano capitati alcuni documenti estremamente affascinanti sulle lotte pauperistiche dell'epoca. Nel corso della narrazione mi accorsi che emergevano – attraverso questi fenomeni medievali di rivolta non organizzata – aspetti affini a quel terrorismo che stavamo vivendo proprio nel periodo in cui scrivevo, più o meno verso la fine degli anni settanta. Certamente, anche se non avevo un'intenzione precisa, tutto ciò mi ha portato a sottolineare queste somiglianze, tanto che quando ho scoperto che la moglie di Fra' Dolcino si chiamava Margherita, come la Margherita Cagol moglie di Curcio, morta più o meno in condizioni analoghe, l'ho espressamente citata nel racconto. Forse se si fosse chiamata diversamente non mi sarebbe venuto in mente di menzionarne il nome, ma non ho potuto resistere a questa sorta di strizzata d'occhio con il lettore.»

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