Si tratta di Max Grossmann e dei coniugi Della Riccia (Fortunato della Riccia e la moglie Ester Servi). Arrestati rispettivamente il 23 marzo e il 18 aprile 1944, furono condotti alle carceri di Firenze e quindi al campo di Fossoli, da dove furono deportati ad Auschwitz il 16 maggio 1944. Solo Grossmann sopravviverà alla deportazione. Cfr. CDEC Digital Library.
Confidando sul fatto di non essere conosciuti che da pochi, la famiglia Della Riccia (padre, madre e tre figlie) si era stabilita in paese, vivendo dei prodotti della fattoria che erano loro garantiti - in assenza di tessere annonarie - dal loro fattore Umberto Natali. Per maggior sicurezza le due figlie minori erano state mandate a risiedere, sotto falso nome, in un collegio di suore a Montecatini. Essendosi rivolte ad un loro conoscente nella speranza di ottenere falsi documenti, furono da questi ricattate e quindi tradite. La figlia maggiore che era con loro riuscì a sfuggire all'arresto e così le due figlie minori, protette dalle suore, nonostante che i militi tedeschi si fossero presentati in cerca di loro al collegio la sera stessa. Il fattore Natali accolse in casa sua le tre ragazze, nascondendole per diverse settimane, finché una loro zia le contattò invitandole a raggiungerla nei pressi di Lucca. Natali continuò ad aiutarle, recandosi spesso a Lucca in bicicletta per portar loro dei viveri, fino alla Liberazione. I Della Riccia vittime dell’agguato della Gestapo, La Nazione (24 gennaio 2024).