William L. Richter:, Overseers, in The A to Z of the Old South, The A to Z Guide Series, vol. 51, Lanham, Maryland, Scarecrow Press, 20 agosto 2009, p. 258, ISBN 978-0-8108-7000-0. URL consultato il 29 novembre 2016.
«Nelle piantagioni più grandi, il diretto rappresentante del proprietario nella gestione quotidiana della piantagione, nella cura della terra, del bestiame, nelle migliorie alla fattoria e negli schiavi era il sovrintendente bianco. Questo era il suo lavoro, controllare la forza lavoro e rendere profittevole il raccolto. Era un ingranaggio indispensabile il funzionamento della macchina produttiva. [...] Il supervisore è stato sovente rappresentato come persona rozza, maleducato e di infimo ordine il cui proposito era quello di strigliare gli schiavi e far raggiungere al proprietario l'obbiettivo della produzione annua. Oltre a ciò, il supervisore aveva una posizione di gestore degli schiavi, cosa non sempre facile. Dirigendo il lavoro degli schiavi voleva dire gestire spesso un gran numero di persone, a Nord e a Sud. Egli doveva sottostare alle richieste dei proprietari. Non poteva fraternizzare con gli schiavi. Non aveva possibilità di avanzamento di grado salvo abbandonare la sua professione. Era continuamente bombardato dalle richieste dei padroni [...] La natura di questo impiego era difficile. Il sovrintendente doveva prendersi cura degli schiavi e dare il fatturato maggiore possibile alla proprietà. Questi incarichi erano spesso in contraddizione tra loro.»