La storica e accademica Chiara Frugoni, specialista del Medioevo e di storia della Chiesa, osserva: "Gli uomini di Chiesa ritennero la forchetta strumento di mollezza e perversione diabolica. San Pier Damiani (1007-1073) non ebbe alcuna pietà per la povera principessa bizantina Teodora, andata sposa al doge Domenico Selvo, che usava la forchetta e si circondava di raffinatezze cercando di ingentilire le maniere dell'Occidente: «Non toccava le pietanze con le mani ma si faceva tagliare il cibo in piccolissimi pezzi dagli eunuchi. Poi li assaggiava appena portandoli alla bocca con forchette d'oro a due rebbi» («Cibos quoque suos manibus non tangebat, sed ab eunuchis eius alimenta quaeque minutius concidebantur in frusta. Quae mox illa quibusdam fuscinulis aureis atque bidentibus ori suo, liguriens, adhibebat», Petri Damiani Opera, De institutione monialis; cap. XI, Migne, Patrologia Latina, CXLV, col. 744); la terribile morte della giovane donna, le cui carni andarono lentamente in gangrena («corpus eius computruit»), è vista come una giusta punizione divina per un così grande peccato.". (Chiara Frugoni, Medioevo sul naso. Occhiali, bottoni e altre invenzioni medievali, Laterza, Roma-Bari, 2001, pp. 114,157, ISBN 978-88-420-7356-7. Cfr anche: Qaurtely Review Vol.LVII, 1836, pp. 418-423; Giosuè Musca, Terra e uomini nel Mezzogiorno normanno-svevo: atti delle settime giornate, Edizioni Dedalo, 1987, pag.79, ISBN 978-88-220-4134-0; Treccani-"Forchetta"; "S. Petri Damiani S.R.E. cardinalis episcopi ostiensis, ordinis s. Benedicti, e congregatione fontis-avellanæ Opera Omnia collecta primum ac argumentis et notationibus illustrata", 1867, Harward Divinity School, Andover-Harvard Theological Library, cap. XI, col. 744.).
La storica e accademica Chiara Frugoni, specialista del Medioevo e di storia della Chiesa, osserva: "Gli uomini di Chiesa ritennero la forchetta strumento di mollezza e perversione diabolica. San Pier Damiani (1007-1073) non ebbe alcuna pietà per la povera principessa bizantina Teodora, andata sposa al doge Domenico Selvo, che usava la forchetta e si circondava di raffinatezze cercando di ingentilire le maniere dell'Occidente: «Non toccava le pietanze con le mani ma si faceva tagliare il cibo in piccolissimi pezzi dagli eunuchi. Poi li assaggiava appena portandoli alla bocca con forchette d'oro a due rebbi» («Cibos quoque suos manibus non tangebat, sed ab eunuchis eius alimenta quaeque minutius concidebantur in frusta. Quae mox illa quibusdam fuscinulis aureis atque bidentibus ori suo, liguriens, adhibebat», Petri Damiani Opera, De institutione monialis; cap. XI, Migne, Patrologia Latina, CXLV, col. 744); la terribile morte della giovane donna, le cui carni andarono lentamente in gangrena («corpus eius computruit»), è vista come una giusta punizione divina per un così grande peccato.". (Chiara Frugoni, Medioevo sul naso. Occhiali, bottoni e altre invenzioni medievali, Laterza, Roma-Bari, 2001, pp. 114,157, ISBN 978-88-420-7356-7. Cfr anche: Qaurtely Review Vol.LVII, 1836, pp. 418-423; Giosuè Musca, Terra e uomini nel Mezzogiorno normanno-svevo: atti delle settime giornate, Edizioni Dedalo, 1987, pag.79, ISBN 978-88-220-4134-0; Treccani-"Forchetta"; "S. Petri Damiani S.R.E. cardinalis episcopi ostiensis, ordinis s. Benedicti, e congregatione fontis-avellanæ Opera Omnia collecta primum ac argumentis et notationibus illustrata", 1867, Harward Divinity School, Andover-Harvard Theological Library, cap. XI, col. 744.).