In effetti l'atto di fondazione dell'istituzione si può far risalire al 14 gennaio 1850 quando il Granduca Leopoldo II stabiliva, con un doppio editto, che la Classe di Arti e Manifatture, una delle tre Classi in cui era stata suddivisa l'Accademia di Belle Arti nel 1813, fosse separata dall’Accademia stessa e che Filippo Corridi ne assumesse la direzione. Nel 1853, con l'istituzione delle sei cattedre d'insegnamento tecnico e con le nuove dotazioni di supporto all'insegnamento, la Classe di Arti e Manifattura divenne l'I. R. Istituto Tecnico Toscano, inaugurato solennemente nel febbraio 1857 alla presenza di Leopoldo II (cfr. L’Istituto Tecnico Toscano, su Fondazione Scienza e Tecnica e Lotti, 2017, p. 61). Stefania Lotti, La parte non visibile del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica: il Museo Tecnologico e il Gabinetto di Storia Naturale dell’antico Istituto Tecnico di Firenze (PDF), in Museologia Scientifica Memorie, n. 17, Firenze, 2017, pp. 61-65.
La collezione Blaschka comprendeva centodiciotto esemplari di Invertebrati marini, principalmente CelenteratiScifozoi, Echinodermi e Anellidi, tutti riprodotti con estrema fedeltà anche nelle loro caratteristiche morfologiche più minute. Fu acquistata da Marchi per ovviare all'impossibilità di ottenere dei preparati biologici naturali di questi organismi che erano allora conservabili solo in alcool ma con perdita dei colori e del turgore corporeo. Frutto di molteplici acquisti la raccolta derivava dalla «precisa volontà di Marchi di arricchire il Gabinetto di Storia naturale con una collezione didattica che offrisse un quadro sistematico delle principali specie di invertebrati degli ambienti marini europei, in linea con le conoscenze scientifiche allora più avanzate» (cfr. Laura Faustini e Stefania Lotti, La collezione Blaschka del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze (PDF), in Museologia Scientifica Memorie, n. 17, Firenze, 2017, pp. 39-42).
Cfr. Seduta del 25 gennaio 1863, in Atti Soc. It. Sc. Nat., V, Milano, Tip. Giuseppe Bernardoni, 1863, p. 21. Fu inoltre eletto Presidente della Sezione di zoologia e botanica durante la Sesta Riunione straordinaria in Siena del settembre 1872 (cfr. Adunanza generale di apertura, in Atti Soc. It. Sc. Nat., XV, n. 4, Milano, Tip. Giuseppe Bernardoni, 1873, p. 187).
In effetti l'atto di fondazione dell'istituzione si può far risalire al 14 gennaio 1850 quando il Granduca Leopoldo II stabiliva, con un doppio editto, che la Classe di Arti e Manifatture, una delle tre Classi in cui era stata suddivisa l'Accademia di Belle Arti nel 1813, fosse separata dall’Accademia stessa e che Filippo Corridi ne assumesse la direzione. Nel 1853, con l'istituzione delle sei cattedre d'insegnamento tecnico e con le nuove dotazioni di supporto all'insegnamento, la Classe di Arti e Manifattura divenne l'I. R. Istituto Tecnico Toscano, inaugurato solennemente nel febbraio 1857 alla presenza di Leopoldo II (cfr. L’Istituto Tecnico Toscano, su Fondazione Scienza e Tecnica e Lotti, 2017, p. 61). Stefania Lotti, La parte non visibile del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica: il Museo Tecnologico e il Gabinetto di Storia Naturale dell’antico Istituto Tecnico di Firenze (PDF), in Museologia Scientifica Memorie, n. 17, Firenze, 2017, pp. 61-65.
Si tratta di sessantasei tavole a olio, eseguite tra il 1870 e il 1890 sotto la direzione di Marchi. Su un fondo nero e lucido, Tortori riprodusse vari aspetti delle scienze naturali dall'anatomia umana e comparata, alla morfologia e anatomia vegetale, alla geologia e geografia fisica (cfr. Le Collezioni del Gabinetto di Storia Naturale. Le tavole murali di Egisto Tortori, su fstfirenze.it, Fondazione Scienza e Tecnica).
La collezione era costituita da oltre duecentocinquanta esemplari di funghi riprodotti in cera da Luigi Calamai, modellatore dell'Officina ceroplastica, diretta allora da Giovanni Battista Amici. Originariamente conservata al Museo di fisica e storia fu acquisita dall’Istituto Tecnico dopo il 1877, grazie all’opera di Marchi, ultimo direttore dell’Officina e poi preside dell'Istituto (cfr. Le Collezioni del Gabinetto di Storia Naturale. Funghi in Cera di Luigi Calamai, su fstfirenze.it, Fondazione Scienza e Tecnica).
La collezione fu acquistata da Marchi nel 1902 presso la Stazione zoologica Anton Dohrn. Comprendeva duecentosettantasei esemplari di animali marini, principalmente invertebrati, raccolti nella seconda metà dell’ottocento nel mare del golfo di Napoli. Furono preparati in alcool da Salvatore Lo Bianco utilizzando le sue originali ed efficacissime tecniche di conservazione (cfr. Le Collezioni del Gabinetto di Storia Naturale. Animali marini, su fstfirenze.it, Fondazione Scienza e Tecnica).
L’erbario raccoglie circa quattromila duecento exsiccata appartenenti a mille quattrocento novantadue specie, molte delle quali erborizzate nel corso di un trentennio dalla stessa marchesa Paulucci, cultrice appassionata di botanica. L'erbario fu donato dalla marchesa all'Istituto Tecnico nel 1902, per intercessione dell'amico e preside Marchi (cfr. Le Collezioni del Gabinetto di Storia Naturale. Erbari, su fstfirenze.it, Fondazione Scienza e Tecnica).
Cfr. Adunanza 8 dicembre 1867, in Boll. Atti Cons. Sup. Pubbl. Istruz., n. 1, Firenze, Successori Le Monnier, 1868, p. 36.
Marchi avrebbe anche insegnato nel R. Collegio della SS. Annunziata al Poggio imperiale di Firenze prima, nel 1870, come maestro esterno incaricato di Storia naturale e, poi dal 1873, come titolare di cattedra per lo stesso insegnamento (cfr. Educatorii femminili, in Annuario della Istruzione Pubblica del Regno d'Italia pel 1870-71, Firenze, Tip. Claudiana di F. Bassi, 1871, p. 290 e Educatorii femminili, in Annuario della Istruzione Pubblica del Regno d'Italia pel 1873-74, Firenze, Regia Tipografia, 1874, p. 392). Sempre in quegli anni, altre istituzioni scolastiche lo ebbero come insegnante esterno: il R. Conservatorio di S. Maria degli Angeli detto degli Angiolini dal 1892 al 1900 e il R. Conservatorio delle signore Montalve alla Quiete dal 1892 al 1899 (cfr. Conservatori della Toscana, in Annuario della Pubblica Istruzione del 1892, Roma, Stab. Tip. di E. Sinimberghi, 1892, p. 252 e p. 253).
Cfr. Onorificenze, promozioni e concorsi, in Annali universali di medicina, CLXXIV=XXVIII (IV), n. 521, Milano, Società per la pubblicazione deli Annali universali, 1860, pp. 468-469.
Cfr. Accademie e Istituti scientifici, in Stato del Personale addetto alla Pubblica Istruzione del Regno d'Italia al 31 Decembre 1877, Roma, Tip. Eredi Botta, 1877, p. 78.
Cfr. Istruzione primaria e popolare, in Bollettino ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione, VI, Roma, settembre 1880, p. 1017 e Nomine, promozioni e disposizioni, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 257, Roma, Tip. Eredi Botta, 3 novembre 1882, p. 4775.
La monografia fu letta e approvata nell'Adunanza del 30 dicembre 1866 della R. Accademia delle Scienze di Torino e sarebbe stata pubblicata nelle Memorie dell'Accademia solo nel 1871 (cfr. Marchi, 1871a). Monografia sulla Storia genetica e sulla Anatomia della Spiroptera obtusa Rud., in Mem. R. Acc. Sc. Torino, XXV (II), Torino, Stamp. Reale, 1871, pp. 1-30, tav. I-II.
Cfr. Bolla, 1924 e De Gubernatis, 1879. Gian Gastone Bolla, Commemorazione dei soci defunti e Relazione sugli studi accademici, lette alla Reale Accademia dei Georgofili nell’Adunanza solenne del 27 Gennaio 1924 dal Segretario degli Atti Avv. Prof. Gian Gastone Bolla, in Atti R. Acc. Georg., XXI (V), Firenze, 1924, pp. xxxix-li. Angelo De Gubernatis, Marchi Pietro, in Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, vol. 1, Firenze, Le Monnier, 1879, pp. 683-684.
Cfr. De Gubernatis, 1879, p. 683. Angelo De Gubernatis, Marchi Pietro, in Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, vol. 1, Firenze, Le Monnier, 1879, pp. 683-684.
A parte le riproduzione di numerosi modelli in cera che Tortori aveva già prodotto per il Museo di fisica e storia naturale, il materiale acquisito comprendeva diversi modelli originali che Tortori aveva eseguito diretto da Marchi. Tra questi gli ingrandimenti della Plasmopara viticola, responsabile della peronospora, della Phylloxera vastalrix, fitofago della vite, della Puccinia graminis o ruggine del grano e della Trichinella spiralis responsabile della trichinellosi. Questi modelli furono poi riprodotti per i Musei di Parigi e di Vienna, per il nuovo Museo Agrario di Roma, e alcuni per Louis Pasteur (cfr. Martini, 1895, pp. 495-496). Tito Martini, Egisto Tortori e l'arte di modellare in cera, in La Rassegna nazionale, LXXXII, anno XVII, Firenze, 1895, pp. 484-500.