«Tra i secoli VI e VII, grandi parti d'Europa caddero sotto il controllo degli Slavi, un processo meno compreso e documentato di quello dell'etnogenesi germanica a ovest. Eppure gli effetti della slavizzazione furono ben più profondi». Geary, p. 144. (EN) Patrick Geary, Myth of Nations. The Medieval Origins of Europe, Princeton Paperbacks, 2003, ISBN978-0-691-11481-1.
(EN) Andrew Bell-Fialkoff (a cura di), The Slavs, in The Role of Migration in the History of the Eurasian Steppe. Sedentary Civilization vs. 'Barbarian' and Nomad, Palgrave Macmillan, 2000, pp. 138-140, 148-149, ISBN0-312-21207-0.
«Ci sono due aspetti specifici dell'archeologia delle migrazioni slave: il movimento delle popolazioni di modello culturale slavo e la diffusione di questo modello tra le popolazioni non slave. Sono avvenuti sicuramente ambedue i fenomeni; tuttavia, una pura diffusione del modello slavo difficilmente sarebbe stata possibile, anche se si fosse postulato un lungo periodo di tempo nel quale le popolazioni di diverse tradizioni culturali vivessero l'una a contatto dell'altro. Per di più, gli archeologi che ricercano le antichità slave non accettano le idee prodotte dai "diffusionisti", poiché la maggioranza dei sostenitori di questo modello ha una scarsa conoscenza degli specifici materiali archeologici, cosicché le loro opere lasciano spazio a molte interpretazioni arbitrarie (per i dettagli, vedi Pleterski 2015: 232)». (EN) Michel Kazanski, Archaeology of the Slavic Migrations, su Marc L. Greenberg (a cura di), Encyclopedia of Slavic Languages and Linguistics Online, BRILL, 2020.
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«Giordane non lasciava dubbi che gli Anti fossero di origine slava, quando scrisse: 'ab unastirpe exorti, tria nomina ediderunt, id est Veneti, Antes, Sclaveni' [...] . I Veneti erano gli Slavi occidentali, gli Anti gli Slavi orientali e gli Sclaveni gli Slavi meridionali o balcanici». Kmietowicz, p. 125 (EN) Frank A. Kmietowicz, Ancient Slavs, Worzalla Publishing Company, 1976.
Kobyliński, pp. 525-526. (EN) Zbigniew Kobyliński, The Slavs, in Fouracre, Paul (a cura di), The New Cambridge Medieval History, Volume 1: c.500–c.700, Cambridge University Press, 2005, pp. 524-546, ISBN978-0-521-36291-7.
Kobyliński, p. 526. (EN) Zbigniew Kobyliński, The Slavs, in Fouracre, Paul (a cura di), The New Cambridge Medieval History, Volume 1: c.500–c.700, Cambridge University Press, 2005, pp. 524-546, ISBN978-0-521-36291-7.
«Az I2-CTS10228 (köznevén „dinári-kárpáti") alcsoport legkorábbi közös őse 2200 évvel ezelőttre tehető, így esetében nem arról van szó, hogy a mezolit népesség Kelet-Európában ilyen mértékben fennmaradt volna, hanem arról, hogy egy, a mezolit csoportoktól származó szűk család az európai vaskorban sikeresen integrálódott egy olyan társadalomba, amely hamarosan erőteljes demográfiai expanzióba kezdett. Ez is mutatja, hogy nem feltétlenül népek, mintsem családok sikerével, nemzetségek elterjedésével is számolnunk kell, és ezt a jelenlegi etnikai identitással összefüggésbe hozni lehetetlen. A csoport elterjedése alapján valószínűsíthető, hogy a szláv népek migrációjában vett részt, így válva az R1a-t követően a második legdominánsabb csoporttá a mai Kelet-Európában. Nyugat-Európából viszont teljes mértékben hiányzik, kivéve a kora középkorban szláv nyelvet beszélő keletnémet területeket». (HU) Horolma Pamjav, Tibor Fehér, Endre Németh e László Koppány Csáji, Genetika és őstörténet, Napkút Kiadó, 2019, p. 58, ISBN978-963-263-855-3.
Kobyliński, p. 527. (EN) Zbigniew Kobyliński, The Slavs, in Fouracre, Paul (a cura di), The New Cambridge Medieval History, Volume 1: c.500–c.700, Cambridge University Press, 2005, pp. 524-546, ISBN978-0-521-36291-7.
Kobyliński, p. 524. (EN) Zbigniew Kobyliński, The Slavs, in Fouracre, Paul (a cura di), The New Cambridge Medieval History, Volume 1: c.500–c.700, Cambridge University Press, 2005, pp. 524-546, ISBN978-0-521-36291-7.
Kobyliński, p. 528. (EN) Zbigniew Kobyliński, The Slavs, in Fouracre, Paul (a cura di), The New Cambridge Medieval History, Volume 1: c.500–c.700, Cambridge University Press, 2005, pp. 524-546, ISBN978-0-521-36291-7.
Kobyliński, p. 529. (EN) Zbigniew Kobyliński, The Slavs, in Fouracre, Paul (a cura di), The New Cambridge Medieval History, Volume 1: c.500–c.700, Cambridge University Press, 2005, pp. 524-546, ISBN978-0-521-36291-7.
(EN) Paul Fouracre, Rosamond McKitterick, Timothy Reuter, David Abulafia, David Edward Luscombe, C. T. Allmand, Jonathan Riley-Smith e Michael Jones, The New Cambridge Medieval History, Volume 1, C.500-c.700, Cambridge University Press, 1995, ISBN9780521362917.
«L'R1a-M458 supera il 20% in Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Bielorussia occidentale. La linea genetica ha una media dell'11-15% tra Russia e Ucraina e una frequenza del 7% o meno altrove [...] . A differenza dell'hg R1a-M458, la clade R1a-M558 è comune anche tra le popolazioni del Volga e degli Urali. L'R1a-M558 ha una frequenza del 10-33% in parti della Russia, supera il 26% in Polonia e Bielorussia occidentale e varia tra il 10 e il 23% in Ucraina, mentre crolla di 10 volte in Europa occidentale. In generale, sia l'R1a-M458 sia l'R1a-M558 hanno frequenze basse ma non indifferenti nelle popolazioni balcaniche con ascendenze slave conosciute». (EN) Peter A. Underhill, The phylogenetic and geographic structure of Y-chromosome haplogroup R1a, in European Journal of Human Genetics, vol. 23, n. 1, 2015, pp. 124-131, DOI:10.1038/ejhg.2014.50, PMC4266736, PMID24667786.
«Sulla base dell'analisi SNP, il gruppo CTS10228 è vecchio di 2200 ± 300 anni. L'espansione demografica del gruppo potrebbe essere iniziata nella Polonia sudorientale attorno a quell'epoca, poiché portatori del sottogruppo più vecchio vi si trovano ancor oggi. Il gruppo non può essere collegato solamente agli Slavi, poiché il periodo protoslavo fu successivo, attorno al 300-500 dell'era volgare [...] Le maggiori espolosioni demografiche avvennero nei Balcani, dove il sottogruppo è dominante nel 50,5% dei Croati, nel 30,1% dei Serbi, nel 31,4% dei Montenegrini e in circa il 20% di Albanesi e Greci. Di conseguenza, questo sottogruppo è spesso chiamato "dinarico". È interessante notare che, sebbene sia dominante tra i popoli balcanici moderni, questo sottogruppo non era ancora presente in epoca romana, ed è praticamente assente in Italia (vedi Online Resource 5; ESM_5)». (EN) E. Fóthi, A. Gonzalez e T. Fehér, Genetic analysis of male Hungarian Conquerors: European and Asian paternal lineages of the conquering Hungarian tribes, in Archaeological and Anthropological Sciences, vol. 12, n. 1, 2020, DOI:10.1007/s12520-019-00996-0.
«Le distribuzioni geografiche dei principali aplogruppi NRY dell'Europa orientale (R1a-Z282, I2a-P37) si sovrappongono in gran parte alle aree occupate dagli Slavi attuali, e potrebbe essere allettante considerare ambedue gli aplogruppi come linee specifiche patrilineari [...] Complessivamente, la distribuzione di lunghi segmenti genomici in Europa orientale, dove gli Slavi sono oggi predominanti ma non costituiscono l'esclusività dei gruppi linguistici, sono compatibili coi movimenti delle popolazioni attraverso questa regione, presumibilmente in epoca storica». (EN) Alena Kushniarevich e Alexei Kassian, Genetics and Slavic languages, in Marc L. Greenberg (a cura di), Encyclopedia of Slavic Languages and Linguistics Online, Brill, 2020, DOI:10.1163/2589-6229_ESLO_COM_032367.
«L'R1a-M458 supera il 20% in Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Bielorussia occidentale. La linea genetica ha una media dell'11-15% tra Russia e Ucraina e una frequenza del 7% o meno altrove [...] . A differenza dell'hg R1a-M458, la clade R1a-M558 è comune anche tra le popolazioni del Volga e degli Urali. L'R1a-M558 ha una frequenza del 10-33% in parti della Russia, supera il 26% in Polonia e Bielorussia occidentale e varia tra il 10 e il 23% in Ucraina, mentre crolla di 10 volte in Europa occidentale. In generale, sia l'R1a-M458 sia l'R1a-M558 hanno frequenze basse ma non indifferenti nelle popolazioni balcaniche con ascendenze slave conosciute». (EN) Peter A. Underhill, The phylogenetic and geographic structure of Y-chromosome haplogroup R1a, in European Journal of Human Genetics, vol. 23, n. 1, 2015, pp. 124-131, DOI:10.1038/ejhg.2014.50, PMC4266736, PMID24667786.
«Sulla base dell'analisi SNP, il gruppo CTS10228 è vecchio di 2200 ± 300 anni. L'espansione demografica del gruppo potrebbe essere iniziata nella Polonia sudorientale attorno a quell'epoca, poiché portatori del sottogruppo più vecchio vi si trovano ancor oggi. Il gruppo non può essere collegato solamente agli Slavi, poiché il periodo protoslavo fu successivo, attorno al 300-500 dell'era volgare [...] Le maggiori espolosioni demografiche avvennero nei Balcani, dove il sottogruppo è dominante nel 50,5% dei Croati, nel 30,1% dei Serbi, nel 31,4% dei Montenegrini e in circa il 20% di Albanesi e Greci. Di conseguenza, questo sottogruppo è spesso chiamato "dinarico". È interessante notare che, sebbene sia dominante tra i popoli balcanici moderni, questo sottogruppo non era ancora presente in epoca romana, ed è praticamente assente in Italia (vedi Online Resource 5; ESM_5)». (EN) E. Fóthi, A. Gonzalez e T. Fehér, Genetic analysis of male Hungarian Conquerors: European and Asian paternal lineages of the conquering Hungarian tribes, in Archaeological and Anthropological Sciences, vol. 12, n. 1, 2020, DOI:10.1007/s12520-019-00996-0.
«Le distribuzioni geografiche dei principali aplogruppi NRY dell'Europa orientale (R1a-Z282, I2a-P37) si sovrappongono in gran parte alle aree occupate dagli Slavi attuali, e potrebbe essere allettante considerare ambedue gli aplogruppi come linee specifiche patrilineari [...] Complessivamente, la distribuzione di lunghi segmenti genomici in Europa orientale, dove gli Slavi sono oggi predominanti ma non costituiscono l'esclusività dei gruppi linguistici, sono compatibili coi movimenti delle popolazioni attraverso questa regione, presumibilmente in epoca storica». (EN) Alena Kushniarevich e Alexei Kassian, Genetics and Slavic languages, in Marc L. Greenberg (a cura di), Encyclopedia of Slavic Languages and Linguistics Online, Brill, 2020, DOI:10.1163/2589-6229_ESLO_COM_032367.