La moneta è descritta in Senior, R.C., The Decline of the Indo-Greeks, ONSNUMIS.ORG - New and Recent Publications - 04/99; si veda a proposito anche Copia archiviata, su iranica.com. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2007)..
palazzomadamatorino.it
Il capitello è stato trovato con un reliquiario e una moneta di Azes II seppelliti sotto la sua base, permettendone la datazione certa a prima del 20 a.C.: "Terre Lontane" > O2Archiviato il 12 dicembre 2006 in Internet Archive.
parthia.com
Nel I secolo a.C., il geografo Isidoro di Charax riferisce del dominio parto sulle popolazioni e sulle città greche in Arachosia: «Oltre c'è Arachosia. E i Parti la chiamano India Bianca; ci sono la città di Biyt e la città di Pharsana e la città di Chorochoad e la città di Demetrias; infine Alexandropolis, la metropoli di Arachosia; è greca, e attraverso di essa scorre il fiume Arachontus. Fino a questo luogo la terra è sotto il dominio dei Parti» Isidoro di Charax, Stazioni parte, I secolo a.C. (citato in Bopearachchi, Monnaies Greco-Bactriennes et Indo-Grecques, p. 52; Testo originale al paragrafo 19 di "Parthian stations".
tufts.edu
perseus.tufts.edu
Eutidemo I era, secondo quanto riportato da Polibio (11.34) un greco di Magnesia; dunque il figlio Demetrio I, fondatore del Regno indo-greco, era ellenico almeno per discendenza paterna. Demetrio sposò la figlia del re seleucideAntioco III, di discendenza in parte persiana, sempre secondo quanto riferito da Polibio. L'etnicità dei successivi signori indo-greci è meno chiara: per esempio, Artemidoro (80 a.C.) potrebbe essere stato di discendenza indo-scita. Del resto è plausibile che vi siano stati matrimoni inter-etnici, come già accaduto ad Alessandro Magno, che sposò Rossane, e a Seleuco I, che sposò Apama I.
web.archive.org
«La più grande città dell'India è quella chiamata Palimbothra, nel dominio dei Prasia [...] Megastene ci informa che questa città si estendeva nei suoi quartieri residenziali fino all'estremità, per ciascun lato, di ottanta stadi, e che la sua larghezza era di quindici stadi, e che un fosso la racchiudeva tutto intorno, e che era di seicento piedi in larghezza e trenta cubiti di profondità, e che le mura erano coronate da 570 torri ed avevano quattro-e-sessanta porte.» Arrano, Indica, x, "Di Paliputra e dei costumi degli Indiani" Copia archiviata, su mssu.edu. URL consultato il 10 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2008).
La moneta è descritta in Senior, R.C., The Decline of the Indo-Greeks, ONSNUMIS.ORG - New and Recent Publications - 04/99; si veda a proposito anche Copia archiviata, su iranica.com. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2007)..
Il capitello è stato trovato con un reliquiario e una moneta di Azes II seppelliti sotto la sua base, permettendone la datazione certa a prima del 20 a.C.: "Terre Lontane" > O2Archiviato il 12 dicembre 2006 in Internet Archive.
wisc.edu
digicoll.library.wisc.edu
Le fonti classiche riportano che a seguito del loro trattato di pace, Chandragupta e Seleuco si scambiarono dei doni, come quando Chandragupta inviò diversi afrodisiaci a Seleuco: "E Teofrasto dice che alcuni medicamenti sono di grande efficacia in queste cose [come rendere le persone innamorate]. E Filarco concorda con lui, riferendo di alcuni dei dono che Sandrakottus, re degli Indiani, inviò a Seleuco; che dovevano agire come incantesimi nel produrre un meraviglioso effetto di affezione, mentre altri, al contrario, dovevano bandire l'amore." (Ateneo di Naucrati, Deipnosophistai, i.32.