Regno indo-greco (Italian Wikipedia)

Analysis of information sources in references of the Wikipedia article "Regno indo-greco" in Italian language version.

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forumromanum.org

  • «Alle colonie stabilite in India venne inviato Peitone, figlio di Agenore.» Marco Giuniano Giustino, Epitome delle Storie Filippiche, xiii.4
  • «Opulentissimum illud mille urbium Bactrianum imperium», «L'estremamente prosperoso impero battriano delle mille città», Giustino, XLI,1

lakdiva.org

mssu.edu

onsnumis.org

palazzomadamatorino.it

parthia.com

  • Nel I secolo a.C., il geografo Isidoro di Charax riferisce del dominio parto sulle popolazioni e sulle città greche in Arachosia: «Oltre c'è Arachosia. E i Parti la chiamano India Bianca; ci sono la città di Biyt e la città di Pharsana e la città di Chorochoad e la città di Demetrias; infine Alexandropolis, la metropoli di Arachosia; è greca, e attraverso di essa scorre il fiume Arachontus. Fino a questo luogo la terra è sotto il dominio dei Parti» Isidoro di Charax, Stazioni parte, I secolo a.C. (citato in Bopearachchi, Monnaies Greco-Bactriennes et Indo-Grecques, p. 52; Testo originale al paragrafo 19 di "Parthian stations".

tufts.edu

perseus.tufts.edu

  • Eutidemo I era, secondo quanto riportato da Polibio (11.34) un greco di Magnesia; dunque il figlio Demetrio I, fondatore del Regno indo-greco, era ellenico almeno per discendenza paterna. Demetrio sposò la figlia del re seleucide Antioco III, di discendenza in parte persiana, sempre secondo quanto riferito da Polibio. L'etnicità dei successivi signori indo-greci è meno chiara: per esempio, Artemidoro (80 a.C.) potrebbe essere stato di discendenza indo-scita. Del resto è plausibile che vi siano stati matrimoni inter-etnici, come già accaduto ad Alessandro Magno, che sposò Rossane, e a Seleuco I, che sposò Apama I.

web.archive.org

  • «La più grande città dell'India è quella chiamata Palimbothra, nel dominio dei Prasia [...] Megastene ci informa che questa città si estendeva nei suoi quartieri residenziali fino all'estremità, per ciascun lato, di ottanta stadi, e che la sua larghezza era di quindici stadi, e che un fosso la racchiudeva tutto intorno, e che era di seicento piedi in larghezza e trenta cubiti di profondità, e che le mura erano coronate da 570 torri ed avevano quattro-e-sessanta porte.» Arrano, Indica, x, "Di Paliputra e dei costumi degli Indiani" Copia archiviata, su mssu.edu. URL consultato il 10 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2008).
  • Testo in inglese dell'iscrizione Archiviato il 17 novembre 2006 in Internet Archive.
  • La moneta è descritta in Senior, R.C., The Decline of the Indo-Greeks, ONSNUMIS.ORG - New and Recent Publications - 04/99; si veda a proposito anche Copia archiviata, su iranica.com. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2007)..
  • Il capitello è stato trovato con un reliquiario e una moneta di Azes II seppelliti sotto la sua base, permettendone la datazione certa a prima del 20 a.C.: "Terre Lontane" > O2 Archiviato il 12 dicembre 2006 in Internet Archive.

wisc.edu

digicoll.library.wisc.edu

  • Le fonti classiche riportano che a seguito del loro trattato di pace, Chandragupta e Seleuco si scambiarono dei doni, come quando Chandragupta inviò diversi afrodisiaci a Seleuco: "E Teofrasto dice che alcuni medicamenti sono di grande efficacia in queste cose [come rendere le persone innamorate]. E Filarco concorda con lui, riferendo di alcuni dei dono che Sandrakottus, re degli Indiani, inviò a Seleuco; che dovevano agire come incantesimi nel produrre un meraviglioso effetto di affezione, mentre altri, al contrario, dovevano bandire l'amore." (Ateneo di Naucrati, Deipnosophistai, i.32.