Antonio Gamboni, I difficili inizi del fermodellismo italiano, su clamfer.it, 20 novembre 2009. URL consultato il 1º marzo 20 23 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2012).
In quegli anni la rapida espansione del mercato indusse la dirigenza della Rivarossi, grazie ai rapporti con la statunitense Athearn, a produrre, in parte con semilavorati forniti da quella ditta, diversi tipi di carrozze viaggiatori e di carri merce destinati a quel mercato, che servirono a saggiarne le potenzialità: cfr. per le carrozze [1] e per i carri [2].
A quell'epoca la concorrenza con le altre imprese, e specialmente con la Fleischmann, era tanto agguerrita da spingere quest'ultima a produrre dei modelli delle locomotive FS 685 ed E.428 con l'evidente intenzione di penetrare nel mercato italiano, così come stava cercando di fare con altri mercati europei. Cfr. Spy Stories - Rivarossi Vs Fleischmann. La ditta tedesca tentò d'inserirsi nel mercato italiano anche offrendo i modelli citati a prezzi inferiori di quelli dei modelli corrispondenti prodotti dalla Rivarossi, ma la migliore qualità di questi ultimi permise all'azienda italiana di vincere la sfida. Cfr. I prezzi dei modelli, in I treni oggi, 13 (1992), n. 130, pp. 52-56; Giuliani, Rivarossi, op. cit., p. 52.
La velocità di rotazione dei motori non era uniforme, come era stato chiesto dal capitolato, giacché le variazioni di velocità dei modelli erano proporzionate a quelle dei prototipi e affidate ai differenti rapporti di trasmissione. Cfr. L740/L280
L'ultimo catalogo generale di vendita in cui apparvero le linee dei binari e degli accessori montati, oltre alla linea TrenHObby, è quello del 1990: Catalogo generale di vendita 1990, Como, Rivarossi, 1990 (binari: pp. 79-81; accessori montati: pp. 82-83; serie TrenHObby: pp. 73-76). Nel catalogo del 1992 l'offerta s'era ridotta solo a quella della piattaforma girevole e della scatola di montaggio della rimessa per locomotive idonea al montaggio con la piattaforma: Catalogo generale di vendita 1992, Como, Rivarossi, 1992, p. 122. Poi, fino al 1999, le linee dei binari e degli accessori preesistenti continuarono a essere disponibili solo nei cataloghi Lima e Jouef (Pergine: mai stata Lima?). Dal 1999 fino al 2004 il sistema dei binari, completamente riprogettato presso la Lima in armonia dichiarata con gli standard attuali (norma NEM 112) e presentato nel suo catalogo del 1997-1998 (Catalogo generale di vendita 1997-1998, Isola Vicentina, Lima, 1997, pp. 174-180), riapparve anche nel catalogo Rivarossi (Catalogo generale di vendita 1999, Como, Rivarossi, 1999, pp. 111-121). Va precisato che la pratica del fermodellismo già da anni vedeva, grazie alla diffusa adesione da parte delle ditte alle norme di unificazione internazionali (NEM, NMRA e altre), l'uso di materiali d'armamento e di comando e controllo di provenienza eterogenea.
Alessandro Rossi voleva garantire la possibilità di costruire integralmente le locomotive partendo dai ricambi, possibilità sfruttata dai dettaglianti per offrire ai collezionisti modelli ormai fuori catalogo. Cfr. [7].
I cataloghi di vendita del 1950 presentavano due locomotive dotate di dispositivi per l'emissione continua del fumo, analoghi a quelli della ditta tedesca Seuthe: cfr. Il fumo delle vaporiere
Negli anni Sessanta una ditta veneta, Favero, produsse un modello delle macchine di terza serie (E.428.123-203) con parti meccaniche ed elettriche di propria ideazione ma cassa riproducente quella della Rivarossi, anche negli errori. La Rivarossi intentò causa per violazione della proprietà industriale e la vinse: Treni Favero H0
Nel 1995 la Rivarossi, in collaborazione con la ditta romana MFAL, produsse un nuovo modello della Bayard. Cfr. Pietro Merlo, Pierluigi Zanferli, Novegro 95, in Bollettino FIMF, 34 (1995), n. 206: [12]Archiviato il 14 marzo 2016 in Internet Archive..
lemiemacchinine.it
Alcuni dei dirigenti e dipendenti già del Gruppo Lima hanno poi dato vita a nuove aziende del settore tra cui la ViTrains. Cfr. ViTrains: storiaArchiviato il 13 febbraio 2013 in Internet Archive.
miol.it
Il modello della locomotiva FS E.424 prodotto dal 1962 per il sistema a tre rotaie a corrente alternata fu una risposta commerciale all'analogo modello della Märklin, che era entrato in produzione nel 1960. Cfr. Catalogo generale di vendita 1962-63, Como, Rivarossi, 1962, p. 15 [8], Luigi Voltan, Benedetto Sabatini, E 424 in scala, avanti tutti, in Tutto treno, 17 (2006), n. 199, p. 66, Giorgio Stagni, Le tradizionali locomotive Märklin: come sono fatte[9].
L'ultimo catalogo generale di vendita in cui apparvero le linee dei binari e degli accessori montati, oltre alla linea TrenHObby, è quello del 1990: Catalogo generale di vendita 1990, Como, Rivarossi, 1990 (binari: pp. 79-81; accessori montati: pp. 82-83; serie TrenHObby: pp. 73-76). Nel catalogo del 1992 l'offerta s'era ridotta solo a quella della piattaforma girevole e della scatola di montaggio della rimessa per locomotive idonea al montaggio con la piattaforma: Catalogo generale di vendita 1992, Como, Rivarossi, 1992, p. 122. Poi, fino al 1999, le linee dei binari e degli accessori preesistenti continuarono a essere disponibili solo nei cataloghi Lima e Jouef (Pergine: mai stata Lima?). Dal 1999 fino al 2004 il sistema dei binari, completamente riprogettato presso la Lima in armonia dichiarata con gli standard attuali (norma NEM 112) e presentato nel suo catalogo del 1997-1998 (Catalogo generale di vendita 1997-1998, Isola Vicentina, Lima, 1997, pp. 174-180), riapparve anche nel catalogo Rivarossi (Catalogo generale di vendita 1999, Como, Rivarossi, 1999, pp. 111-121). Va precisato che la pratica del fermodellismo già da anni vedeva, grazie alla diffusa adesione da parte delle ditte alle norme di unificazione internazionali (NEM, NMRA e altre), l'uso di materiali d'armamento e di comando e controllo di provenienza eterogenea.
Va sottolineato, comunque, che i rapporti fra Italo Briano e la Rivarossi furono sempre cordiali e fecondi. Ne è un esempio l'opuscolo 20 plastici Rivarossi, edito dalla casa editrice del Briano fra il 1962 e il 1964 con testo anonimo ma riconoscibilmente suo, che ripubblicò le descrizioni dei plastici costruiti dai tecnici aziendali già presentate in H0 Rivarossi: 20 Plastici Rivarossi - Edizioni Briano.
Il modello della locomotiva FS E.424 prodotto dal 1962 per il sistema a tre rotaie a corrente alternata fu una risposta commerciale all'analogo modello della Märklin, che era entrato in produzione nel 1960. Cfr. Catalogo generale di vendita 1962-63, Como, Rivarossi, 1962, p. 15 [8], Luigi Voltan, Benedetto Sabatini, E 424 in scala, avanti tutti, in Tutto treno, 17 (2006), n. 199, p. 66, Giorgio Stagni, Le tradizionali locomotive Märklin: come sono fatte[9].
I prezzi al pubblico sono desumibili dai listini e dai cataloghi: cfr. Listini prezzi.
Nel 1962 il modello da montare della locomotiva a vapore FS 740 costava 7.600 lire contro le 11.500 lire del modello montato. Cfr. Catalogo generale di vendita 1962-63, Como, Rivarossi, 1962, pp. 9 e 55 [10].
Il Catalogo generale di vendita 1990, Como, Rivarossi, 1990, alle pp. 73-76 presenta i modelli della Serie TrenHObby, con una drastica riduzione dell'offerta rispetto ai cataloghi precedenti pur in presenza di alcune novità. Cfr. [11].
Nel 1980 l'immissione sul mercato da parte della Roco di un modello di quella macchina completamente nuovo, in scala HO esatta e ai livelli qualitativi correnti determinò l'inizio del periodo "contemporaneo" del fermodellismo in Italia: cfr. Benedetto Sabatini, Luigi Voltan, Rivoluzione dopo rivoluzione. Le E 626 nel modellismo, in Tutto treno, 17 (2005), n. 188, pp. 62-71. Il primo modello italiano Rivarossi in scala esatta fu quello della locomotiva FS E.321 e rimorchio E.322: cfr. Prove e misure. Locomotive FS E.321 ed E.322, in I treni oggi, 7 (1986), n. 63, p. 48-51; Locomotive elettriche FS E.321 ed E.322
Alcuni dei dirigenti e dipendenti già del Gruppo Lima hanno poi dato vita a nuove aziende del settore tra cui la ViTrains. Cfr. ViTrains: storiaArchiviato il 13 febbraio 2013 in Internet Archive.
Vari elementi dimostrano che i prototipi, eseguiti in metallo e non in plastica e forse commercializzati, risalirebbero al 1950. Cfr. Andrea Ferruccio Ferrari, Prototipo E.424 Rivarossi (PDF), su rivarossi-memory.it. URL consultato il 1º marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2016).
Nel 1995 la Rivarossi, in collaborazione con la ditta romana MFAL, produsse un nuovo modello della Bayard. Cfr. Pietro Merlo, Pierluigi Zanferli, Novegro 95, in Bollettino FIMF, 34 (1995), n. 206: [12]Archiviato il 14 marzo 2016 in Internet Archive..