La questione sulla responsabilità di tale azione è tutt'altro che pacifica a livello storiografico. V. Krestić afferma con sicurezza che si trattasse di aiduchi sirmiani, mentre numerose fonti occidentali ritengono l'autore fosse Zsigmond Báthory. Il cronista Cesare Campana, il quale scrisse immediatamente dopo il 1494, attribuisce la responsabilità ai serbi; Jovan Tomić e successivamente Radovan Samardžić danno fiducia a Campana e concludono che i ribelli del Banato si erano sistematicamente incrociati in Sirmia con l'obiettivo di rallentare l'avanzata dell'esercito ottomano. V. Krestić, a sostegno della sua sopraccitata tesi, fa però notare che Báthory lasciò il servizio ottomano solo l'anno successivo, ed è improbabile che si sia trattato dei rivoltosi, a quel tempo fuggiti verso la frontiera con la Transilvania. Il cronista ottomano Mustafa Naima scrisse che le bande di aiduchi attive in Sirmia erano circa 500 nel 1594, il che ne implicherebbe la colpevolezza, specialmente per via dei molti saccheggi avvenuti in Sirmia, dell'incendio di Zemun e dei tributi riscossi a danno dei mugnai nei dintorni di Belgrado, di modo che i turchi ne avessero pronta notizia. Per approfondire: Krestić (2003), pp. 176-177; Tomić (1899), pp. 19-20; Samardžić e Duškov (1993), pp. 236-237. Vasilije Krestić, Устанак Срба у Банату 1594. године и Дуги Рат (Ustanak Srba u Banatu 1594. Godine i Dugi Rat), Novi Kneževac: Skupština opštine, 2003. Radovan Samardžić, Milan Duškov, Serbs in European Civilization, Nova, 1993, ISBN978-86-75-83015-3.
(BS) Aleksandar Čupič, Hajduk Janko na grbu Vršca, blic.rs, 13 dicembre 2008, link verificato il 1 luglio 2020: "Un gruppo di pittori di Vršac, tra cui Đurica Pavlov e Tomislav Suhecki, dopo una lunga analisi artistica, ha scoperto un segreto celato nello stemma della città di Vršac per 204 anni, la figura di Janko Lugošan Halabura, capo degli insorti serbi di Vršac".
(BS) Krvava Turska, srbijadanas.com, 8 dicembre 2015, link verificato il 1 luglio 2020: "Alla destra della fortificazione si trova la Chiesa della Santa Croce. Ai piedi della collina si estende una città con molti edifici, in cui sono chiaramente visibili tre chiese: la Cattedrale di San Nicola, San Gerardo e l'Assunta. Su uno sfondo blu, sopra la fortificazione sulla collina, c'è la mano di Janko Halabura, avvolta in un panno, con in mano una sciabola con la testa decapitata di un guerriero turco, da cui fuoriesce sangue".
(SR) СПОМЕН-ОБЕЛЕЖЈЕ ВЕЛИКИМ СРПСКИМ ЈУНАЦИМА (trad. titolo: Targa commemorativa per i grandi eroi serbi), czipm.org, link verificato il 1 luglio 2020: "In occasione della festa del santo martire Luciano, il 28 ottobre 2012, sua eminenza vescovo di Banat G.G. Nikanor ha tenuto la liturgia del Santo Gerarca nella chiesa del Santo Arcangelo Michele a Petrovgrad (Zrenjanin). Ha assistito altresì alla collocazione della targa commemorativa in memoria della rivolta del 1594".