CILVI, 1199; Liber Pontificalis, p. 305 («Erat tota Italia gaudiens»); Auct Haun. 2, p. 337 («(Narses) Italiam romano imperio reddidit urbes dirutas restauravit totiusque Italiae populos expulsis Gothis ad pristinum reducit gaudium»)
Secondo Mario Aventicense, s.a. 568, Narsete ricostruì Milano, distrutta dagli Ostrogoti nel 539, e numerose altre città. Un'epigrafe (CILVI, 1199) attesta la ricostruzione, per merito di Narsete, di un ponte di Roma, distrutto dagli Ostrogoti. Narsete, inoltre, secondo la cronaca dei vescovi di Napoli, riparò le mura della città partenopea, che erano state danneggiate dagli Ostrogoti di Totila, ampliandole in direzione del porto (Vita di Atanasio Vescovo di Napoli).
Vita di San Severino, in Liber Pontificalis. URL consultato il 28 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2012). in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Gesta pontificarum Romanorum, p. 175.
Vita di San Severino, in Liber Pontificalis. URL consultato il 28 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2014). in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Gesta pontificarum Romanorum, p. 176.
Vita di Teodoro, in Liber Pontificalis. URL consultato il 28 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2014). in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Gesta pontificarum Romanorum, p. 178.
Vita di Teodoro, in Liber Pontificalis. URL consultato il 28 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2014). in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Gesta pontificarum Romanorum, p. 179.
Procopio, Storia Segreta, 18, stima milioni e milioni di vittime: «Laonde io non so, se conti giusto chi dica in Africa essere periti cinque milioni di persone... L'Italia, quantunque l'Africa d'essa sia tre volte maggiore, di una assai più grande quantità d'uomini fu spogliata: onde può argomentarsi il numero, che per le stragi ivi seguite ne perì... Colà eziandio mandò gli estimatori, chiamati logoteti; e ad un tratto scosse e corruppe tutto. Prima della guerra italica il regno de'Goti dalle contrade de'Galli protraevasi sino ai confini della Dacia, ove è la città di Sirmio. Quando l'esercito de' Romani era in Italia, i Germani occupavano una gran parte de' paesi de'Galli e de'Venetici... Tutto questo tratto di terre fu nudo affatto di abitatori, estinti parte per la guerra, parte per le malattie e pestilenze che alla guerra sogliono succedere.»