Il 22 marzo un imponente corteo filoitaliano di oltre 20 000 persone si snodò lungo le vie di Pola, con alla testa i partigiani italiani della città e un cospicuo numero di bandiere rosse: la manifestazione venne bollata come «fascista» dal quotidiano polesano filojugoslavo in lingua italiana Il nostro giornale: Liliana Ferrari, L'esodo da Pola, in AA.VV., Storia di un esodo. Istria 1945-1956, IRSML Friuli-Venezia Giulia, Trieste 1980, pp. 182 ss. A Gorizia il 26 e 27 marzo a circa 20 000 filoitaliani si contrapposero alcune migliaia di filojugoslavi, per lo più provenienti dai sobborghi: Manifestazioni a Gorizia all'arrivo della Commissione alleata, in l'Unità, 27 marzo 1946, p. 1Archiviato il 18 ottobre 2014 in Internet Archive.. Negli stessi giorni, oltre centocinquantamila triestini scesero in piazza per manifestare a favore dell'Italia: ci furono scontri con i manifestanti filojugoslavi — in parte operai dei cantieri di Monfalcone — che causarono diversi feriti. A stento la polizia alleata riuscì a frenare i disordini con delle cariche di cavalleria e l'uso di idranti, operando decine di arresti: La Stampa[1].
La decisione di unire il nome storico di Ronchi alla dicitura "dei Legionari" fu presa dal Consiglio comunale il 9 ottobre del 1923. Il nome venne ufficializzato col regio decreto legge del 2 novembre 1925. Si veda Ronchi rinnega il cittadino Mussolini, in Il Piccolo, 9 dicembre 2013.
Il 22 marzo un imponente corteo filoitaliano di oltre 20 000 persone si snodò lungo le vie di Pola, con alla testa i partigiani italiani della città e un cospicuo numero di bandiere rosse: la manifestazione venne bollata come «fascista» dal quotidiano polesano filojugoslavo in lingua italiana Il nostro giornale: Liliana Ferrari, L'esodo da Pola, in AA.VV., Storia di un esodo. Istria 1945-1956, IRSML Friuli-Venezia Giulia, Trieste 1980, pp. 182 ss. A Gorizia il 26 e 27 marzo a circa 20 000 filoitaliani si contrapposero alcune migliaia di filojugoslavi, per lo più provenienti dai sobborghi: Manifestazioni a Gorizia all'arrivo della Commissione alleata, in l'Unità, 27 marzo 1946, p. 1Archiviato il 18 ottobre 2014 in Internet Archive.. Negli stessi giorni, oltre centocinquantamila triestini scesero in piazza per manifestare a favore dell'Italia: ci furono scontri con i manifestanti filojugoslavi — in parte operai dei cantieri di Monfalcone — che causarono diversi feriti. A stento la polizia alleata riuscì a frenare i disordini con delle cariche di cavalleria e l'uso di idranti, operando decine di arresti: La Stampa[1].
Il 22 marzo un imponente corteo filoitaliano di oltre 20 000 persone si snodò lungo le vie di Pola, con alla testa i partigiani italiani della città e un cospicuo numero di bandiere rosse: la manifestazione venne bollata come «fascista» dal quotidiano polesano filojugoslavo in lingua italiana Il nostro giornale: Liliana Ferrari, L'esodo da Pola, in AA.VV., Storia di un esodo. Istria 1945-1956, IRSML Friuli-Venezia Giulia, Trieste 1980, pp. 182 ss. A Gorizia il 26 e 27 marzo a circa 20 000 filoitaliani si contrapposero alcune migliaia di filojugoslavi, per lo più provenienti dai sobborghi: Manifestazioni a Gorizia all'arrivo della Commissione alleata, in l'Unità, 27 marzo 1946, p. 1Archiviato il 18 ottobre 2014 in Internet Archive.. Negli stessi giorni, oltre centocinquantamila triestini scesero in piazza per manifestare a favore dell'Italia: ci furono scontri con i manifestanti filojugoslavi — in parte operai dei cantieri di Monfalcone — che causarono diversi feriti. A stento la polizia alleata riuscì a frenare i disordini con delle cariche di cavalleria e l'uso di idranti, operando decine di arresti: La Stampa[1].