Nel Seicento si riportano per la prima volta stralci del Ms. I dell'Archivio del Capitolo della Cattedrale di Catania (ACCCT), ad oggi il più antico codice pergamenaceo in latino dell'Epistola di Maurizio (oggi disperso, dopo il terremoto del 1693), vescovo della città nell'XI sec. nel quale egli narra la traslazione del corpo di Sant'Agata da Costantinopoli alla sua città d'origine, «… de translatione divae virginis Agathae Bizantio Catanam …»; lettera pubblicata dal Gaetani e integrata assieme al successivo resoconto-cronaca del monaco Blandino «… de myraculis S. Agathae virginis …» (narra vicende risalenti fino all'anno 1141), entrambi in latino. Cfr. (LA) Padre Ottavio Gaetani, Martyrium Sanctae Magnaeque Christi Martyris, Agathae. Ex M.S. Vaticano Graeco versum, in Vitae Sanctorum siculorum ..., vol. 1, Panormi, Cirillos, 1657 (postuma), pp. 47-53. URL consultato il 20 settembre 2021.
(LA, IT) Pietro Carrera, Libro terzo, in Delle Memorie historiche della città di Catania, vol. 2, In Catania, Palazzo dell'Ill.mo Senato, per Giovanni Rossi, 1641, pp. 448-464. URL consultato il 20 settembre 2021.
cfr. Maria Stelladoro, Agata: la martire dalla tradizione greca manoscritta, Milano, 2005, SBNMOD0940322.
Vedi la traduzione (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2020). con testo latino a fronte tratto da Giuseppe Consoli, Sant'Agata Vergine e Martire catanese, Catania, 1973, SBNBRI0446482.
Giovan Battista Pacichelli, Memorie de' viaggi per l'Europa christiana, Napoli, 1685, p. 65, SBNNAPE000459.
Giuseppe Rasà Napoli, S. Agata (Benedettine), in Guida alle chiese di Catania, Catania, Tringali Editore, 1984 [riediz. volume: "Guida delle chiese di Catania e sobborghi", Catania, tip. M. Galati, 1900)], pp. 251, SBNMOD0403137.
Gaetano Gangi, Il barocco nella Sicilia orientale, Roma, De Luca, 1964, p. 33, SBNSBL0427650.
Vincenzo Golzio, IV.2: Seicento e Settecento, in Storia dell'arte classica e italiana, vol. 4, tomo 2, Torino, Utet, 1968, p. 1048, SBNCFI0979817.
Roberto Cruciata, prof. Francesco Lo Piccolo, prof. Maurizio Vitella e prof. Mario Buhagiar, Arti decorative tra Sicilia e Malta dal XVI al XVIII secolo: Artisti e capolavori siciliani riscoperti dagli archivi e dalle collezioni (PDF), Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Architettura, Indirizzo di Arte, Storia e Conservazione in Sicilia, 2015, pp. 118-119. URL consultato l'11 febbraio 2020. Citazione: «L’altra opera in alabastro, di una bellezza rara e diafana, fu invece commissionata dal vescovo di Malta Monsignor Lucas Buenos (1663-1668), spagnolo, e giunse da Trapani nel 1666… pare guardare a illustri precedenti ellenistici, con il tramite della contemporanea cultura romana, per la capacità di proporre il dramma religioso ingentilito da una grazia formale e una seraficità ai limiti del sensuale», e ulteriore citazione di AAM Visita Pastorale Joaquin Canaves, vol. 29 (1714-1717), p. 141.
Vedi la traduzione (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2020). con testo latino a fronte tratto da Giuseppe Consoli, Sant'Agata Vergine e Martire catanese, Catania, 1973, SBNBRI0446482.
(EN) Agatha, in Golden Legend, III.15. URL consultato il 17 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2014).
Michelle Fabio, Feast of Saint Agatha in Catania, Sicily, in Italy magazine, 2 febbraio 2009. URL consultato il 17 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2012).
Comune di Catania, Sant'Agata,salvatrice di Catania, su comune.catania.it. URL consultato il 3 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2012).