Di tutti i codici che riportano gli atti del concilio romano del 743 e sottoposti ad indagine critica dagli editori delle Monumenta Germaniae Historica, nessuno menziona la presenza di un vescovo di Forum Novum o di Sabina a quel concilio; solo Baronio, nei suoi Annales ecclesiastici (ed. 1742, anno 743, nº XXV, p. 502), aggiunge ad una sua lista di vescovi il nome di Iffo Sabinensi. Per questo motivo, gli editori tedeschi escludono questo vescovo dalla lista delle presenze al concilio del 743; Concilia aevi Karolini (742-842)Archiviato il 2 luglio 2018 in Internet Archive., prima parte (742-817), a cura di Albert Werminghoff, Hannover e Lipsia, 1906, pp. 25,34; 27,20 (anche introduzione p. 9). Tutti gli autori ed eruditi del passato, ad eccezione di Mansi (Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, vol. XII, coll. 367-368), ammettono questo vescovo sull'autorità di Baronio, ma alcuni lo chiamano Tonfo invece di Iffo o Iffone (Ughelli, Gams, Cappelletti).
L'assegnazione di questo vescovo alla sede di Sabina è controversa. Studiosi tedeschi lo assegnano alla diocesi di Sabina (Kehr, Italia pontificia, II, p. 54; Jaffé, Regesta pontificum romanorum, p. 264, nº 2276), altri invece (Sperandio, p. 214) alla diocesi di Gabi.
La sua data di morte è incerta. Secondo alcune fonti egli sarebbe deceduto durante il secondo Concilio di Lione, nel 1274, ma ciò pare poco probabile, poiché l'ultima bolla pontificia ove compare la sua firma è datata 23 marzo 1275. L'Annuario Pontificio del 1929, a p. 127, indica che egli morì a Lione il 28 marzo 1275. Tuttavia Konrad Eubel, nella sua Hierarchia Catholica Medii Aevi, alle pp. 9 e 38 del Volume I afferma che Bertran de Saint-Martin aveva partecipato ai conclavi che elessero i papi Innocenzo V e Giovanni XXII e che morì nel 1277. Secondo Joseph Hyacinthe Albanés fu il 29 marzo di quell'anno, informazione corroborata dalla Société départementale d'archéologie et de statistique de la Drôme, che indica una data vicina, il 28 marzo 1277 (Op. cit. Tome XX — Imprimerie Jules Céas et fils, Valence, 1886 – p. 40 qui).
dmgh.de
Di tutti i codici che riportano gli atti del concilio romano del 743 e sottoposti ad indagine critica dagli editori delle Monumenta Germaniae Historica, nessuno menziona la presenza di un vescovo di Forum Novum o di Sabina a quel concilio; solo Baronio, nei suoi Annales ecclesiastici (ed. 1742, anno 743, nº XXV, p. 502), aggiunge ad una sua lista di vescovi il nome di Iffo Sabinensi. Per questo motivo, gli editori tedeschi escludono questo vescovo dalla lista delle presenze al concilio del 743; Concilia aevi Karolini (742-842)Archiviato il 2 luglio 2018 in Internet Archive., prima parte (742-817), a cura di Albert Werminghoff, Hannover e Lipsia, 1906, pp. 25,34; 27,20 (anche introduzione p. 9). Tutti gli autori ed eruditi del passato, ad eccezione di Mansi (Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, vol. XII, coll. 367-368), ammettono questo vescovo sull'autorità di Baronio, ma alcuni lo chiamano Tonfo invece di Iffo o Iffone (Ughelli, Gams, Cappelletti).
Secondo gli Annales Weissenburgenses, al concilio di Aquisgrana del 992 prese parte Domenicus romanae ecclesiae episcopus, che viene attribuito alla sede di Sabina; un Domenico di Sabina appare come datario in un atto spurio di papa Giovanni XV (Harald Zimmermann, Papsturkunden 896-1046, vol. I, Wien, 1984, p. 620). Tuttavia un vescovo Domenico è documentato nello stesso periodo anche sulle sedi di Sutri e di Ferentino. Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 916-1001Archiviato il 2 luglio 2018 in Internet Archive., seconda parte (962–1001), a cura di Ernst-Dieter Hehl, Hannover, 2007, p. 472, nota 8.
fscire.it
mansi.fscire.it
Di tutti i codici che riportano gli atti del concilio romano del 743 e sottoposti ad indagine critica dagli editori delle Monumenta Germaniae Historica, nessuno menziona la presenza di un vescovo di Forum Novum o di Sabina a quel concilio; solo Baronio, nei suoi Annales ecclesiastici (ed. 1742, anno 743, nº XXV, p. 502), aggiunge ad una sua lista di vescovi il nome di Iffo Sabinensi. Per questo motivo, gli editori tedeschi escludono questo vescovo dalla lista delle presenze al concilio del 743; Concilia aevi Karolini (742-842)Archiviato il 2 luglio 2018 in Internet Archive., prima parte (742-817), a cura di Albert Werminghoff, Hannover e Lipsia, 1906, pp. 25,34; 27,20 (anche introduzione p. 9). Tutti gli autori ed eruditi del passato, ad eccezione di Mansi (Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, vol. XII, coll. 367-368), ammettono questo vescovo sull'autorità di Baronio, ma alcuni lo chiamano Tonfo invece di Iffo o Iffone (Ughelli, Gams, Cappelletti).
Un vescovo Giovanni è documentato da marzo 1047 fino al 1062; potrebbe essere che Giovanni IV e Giovanni V siano la stessa persona, ossia l'ex papa Silvestro III. Antonio Sennis, v. Silvestro III nell'Enciclopedia dei Papi (2000).
Secondo Vincenzo Fenicchia (Adalberto in Dizionario Biografico Treccani), fu pseudocardinale di Silva Candida, e non di Sabina.
Di tutti i codici che riportano gli atti del concilio romano del 743 e sottoposti ad indagine critica dagli editori delle Monumenta Germaniae Historica, nessuno menziona la presenza di un vescovo di Forum Novum o di Sabina a quel concilio; solo Baronio, nei suoi Annales ecclesiastici (ed. 1742, anno 743, nº XXV, p. 502), aggiunge ad una sua lista di vescovi il nome di Iffo Sabinensi. Per questo motivo, gli editori tedeschi escludono questo vescovo dalla lista delle presenze al concilio del 743; Concilia aevi Karolini (742-842)Archiviato il 2 luglio 2018 in Internet Archive., prima parte (742-817), a cura di Albert Werminghoff, Hannover e Lipsia, 1906, pp. 25,34; 27,20 (anche introduzione p. 9). Tutti gli autori ed eruditi del passato, ad eccezione di Mansi (Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, vol. XII, coll. 367-368), ammettono questo vescovo sull'autorità di Baronio, ma alcuni lo chiamano Tonfo invece di Iffo o Iffone (Ughelli, Gams, Cappelletti).
Secondo gli Annales Weissenburgenses, al concilio di Aquisgrana del 992 prese parte Domenicus romanae ecclesiae episcopus, che viene attribuito alla sede di Sabina; un Domenico di Sabina appare come datario in un atto spurio di papa Giovanni XV (Harald Zimmermann, Papsturkunden 896-1046, vol. I, Wien, 1984, p. 620). Tuttavia un vescovo Domenico è documentato nello stesso periodo anche sulle sedi di Sutri e di Ferentino. Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 916-1001Archiviato il 2 luglio 2018 in Internet Archive., seconda parte (962–1001), a cura di Ernst-Dieter Hehl, Hannover, 2007, p. 472, nota 8.