La situazione della nazionale, che sfocerà poi nel disastro di Belfast, aveva spinto vari politici a chiedere il commissariamento della FIGC. L'accusa della Lega era dunque che la delibera fosse stata deliberata dai dirigenti federali per salvare le proprie cariche, che sarebbero state cancellate da un eventuale commissario, cfr. Riforma-boomerang per il calcio italiano, in Corriere dello Sport, 24 luglio 1957, p. 5 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2013).
L'equivoco nacque a causa dell'entrata in scena, nel corso delle indagini, di Eugenio Gaggiotti, personaggio pluripregiudicato coinvolto nei maggiori scandali sportivi degli anni 1950, tanto che la FIGC aveva da tempo deliberato una disposizione d'emergenza secondo la quale il solo fatto di aver rapporti con lui avrebbe comportato la radiazione per i tesserati e la retrocessione per le società. La posizione dell'Atalanta fu a priori considerata sospetta essendo stata toccata, seppur come parte offesa, dal precedente scandalo Scaramella, cfr. Alberto Marchesi, Lo spareggio di luglio non è una cosa seria, in Corriere dello Sport, 9 luglio 1958, p. 3 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2013).; in realtà la società bergamasca riuscì tempo dopo a dimostrare di non essere invischiata nella vicenda. Per approfondire si legga il caso Azzini.
Revocata ad Azzini la squalifica a vita (PDF), in L'Unità, 4 novembre 1959, p. 6. URL consultato il 3 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).