Napoleone epurò la vecchia amministrazione municipale milanese rimuovendo gli elementi più conservatori sostituendoli con novelli giacobini. Il generale corso nominò municipalisti Francesco Visconti, Antonio Caccianini, Galeazzo Serbelloni, Felice Latuada, Carlo Bignami, Antonio Corbetta, Fedele Sopransi, Gaetano Porro, Pietro Verri, Giuseppe Pioltini, Giovanni Battista Sommariva, Paolo Sangiorgio, Antonio Crespi, Cesare Pelegata, Carlo Ciani, Carlo Parea. Pochi mesi dopo i membri furono portati a 31 e per poi ridiscendere a 24. La gestione era direttoriale e dunque non prevedeva un capo. I quattro comitati si occupavano di vettovaglie, lavori pubblici, finanze e polizia. Municipalità di Milano La Costituzione della Repubblica Cisalpina introdusse un futuristico modello amministrativo metropolitano, che divise Milano in quattro municipi (Centro, Porta Comasina, Porta Orientale e Porta Ticinese) lasciando al Broletto solo un Dicastero centrale di tre membri, l’avvocato Minoja, Alberto Alemagna e Leopoldo Zuccoli, per la gestione degli affari indivisibili del Comune. Dicastero centrale di polizia
Regio delegato coadiuvato da 18 assessori nominati dal governo il 9 giugno e a capo di sei dipartimenti: l'anagrafe, il bilancio, il demanio comunale, i lavori pubblici, i beni ecclesiastici e la pubblica istruzione. Congregazione delegata per la città e provincia di Milano
Gestione interinale congiunta con la provincia fino al 1802. Amministrazione municipale e dipartimentale d'Olona Nuova municipalità collegiale di nove membri scelti dal Consiglio comunale dal 25 ottobre 1802: Francesco Bignami sostituito poi da Carlo Arconati, Pietro Carcano, Carlo Costa, Emanuele Gallarati, Aurelio Rezzonico, Gaetano Sacchi, Pietro Saint Clair, Antonio Scorpioni e Carlo Villa. Municipalità di Milano