Parliamo sia del commercio nascosto, cioè "lo scambio di tutti quei materiali, composti soprattutto di materia organica e quindi deperibile"(Bartoloni, 2009, p. 24), sia dei metalli preziosi, se, come sembra, l'argento fenicio di questo periodo ha un rapporto di isotopi di piombo pari a quello dei minerali in Sardegna e in Spagna, che indica anche l'estensione delle reti commerciali fenicie. Chamorro, 1987, pp. 197-232 Piero Bartoloni, I Fenici e i Cartaginesi in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2009, ISBN978-88-7138-532-7. URL consultato l'11 dicembre 2020. (EN) Javier G. Chamorro, Survey of Archaeological Research on Tartessos, in American Journal of Archaeology, vol. 91, n. 2, 1987, pp. 197–232.
L'archeologo del CNR Massimo Botto scrive: " A nostro avviso, la stele di Nora non deve necessariamente indicare una fondazione coloniale, ma testimoniare più verosimilmente una frequentazione commerciale dell’area molto antica, che si concentra in un determinato momento storico intorno ad un luogo sacro. Presso quest’ultimo, forse inizialmente caratterizzato dalla sola epigrafe, sorgerà in seguito un piccolo stanziamento strettamente connesso con attività di scambio sia locali sia a lungoraggio". Botto, 2007, p. 110. Massimo Botto, Urbanistica e topografia delle città fenicie di Sardegna. Il caso di Nora, in José Luis López Castro (a cura di), Las ciudades fenicio-punicas en el Mediterráneo Occidental, Almería, Editorial Universidad de Almería, 2007, pp. 107-138, ISBN978-8482408620. URL consultato il 10 dicembre 2020.
Lipiński, 2004, p. 236 non è convinto dall'ipotesi né che la stele sia un decreto pubblico, come ipotizzano alcuni studiosi, né che essa sia un'iscrizione commemorativa per un generale fenicio; al contrario, ritiene si tratti di una dedica al dio Pummay da parte di un alto ufficiale fenicio. Diego Ruiz Mata, 2001, p. 6 della Universidad de Cádiz concorda che si tratti di una dedica al dio. María Eugenia Aubet, 1993, p. 206 dell'Universitat Pompeu Fabraritiene sia un'iscrizione commemorativa per la costruzione di un tempio dedicato al dio PMY. Opinione condivisa in anni recenti anche da Botto, 2007, p. 110, Fantauzzi - De Vincenzo, 2012, p. 10 e da Garbati, 2014, p. 213 (EN) Edward Lipiński, Itineraria Phoenicia, Leuven/Louvain, 2004, ISBN90-429-1344-4. (ES) Diego Ruiz Mata, Tartessos, in Martín Almagro, Oswaldo Arteaga, Michael Blech, Diego Ruiz Mata e Hermanfrid Schubart (a cura di), Protohistoria de la Península Ibérica, Barcelona, Ariel, 2001, pp. 1-187, ISBN978-84-344-6625-8. (EN) María Eugenia Aubet, The Phoenicians and the West, Cambridge University Press, 1993, ISBN0-521-79543-5. Massimo Botto, Urbanistica e topografia delle città fenicie di Sardegna. Il caso di Nora, in José Luis López Castro (a cura di), Las ciudades fenicio-punicas en el Mediterráneo Occidental, Almería, Editorial Universidad de Almería, 2007, pp. 107-138, ISBN978-8482408620. URL consultato il 10 dicembre 2020. (EN) Giuseppe Garbati, The Phoenicians in Sardinia, in Joan Aruz, Sarah B. Graff e Yelena Rakic (a cura di), Assyria to Iberia at the Dawn of the Classical Age, New Haven, The Metropolitan Museum of Art, 2014, pp. 211-213, ISBN978-1-58839-538-2.
Bartoloni, 2017, pp. 123-128. Piero Bartoloni, Bitia, in Michele Guirguis (a cura di), La Sardegna fenicia e punica. Storia e materiali, Nuoro, Ilisso, 2017, pp. 123-128, ISBN978-88-6202-353-5. URL consultato l'11 dicembre 2020.
Unali, 2017, pp. 129-138. Antonella Unali, Sulky - Sant'Antioco, in Michele Guirguis (a cura di), La Sardegna fenicia e punica. Storia e materiali, Nuoro, Ilisso, 2017, pp. 129-138, ISBN978-88-6202-353-5. URL consultato l'11 dicembre 2020.
Garau, 2017, pp. 209-214. Elisabetta Garau, Neapolis, in Michele Guirguis (a cura di), La Sardegna fenicia e punica. Storia e materiali, Nuoro, Ilisso, 2017, pp. 209-214, ISBN978-88-6202-353-5. URL consultato l'11 dicembre 2020.
Brian Doak, Professore associato di studi biblici alla George Fox University, pur segnalando il dibattito accetta l'interpretazione e la traduzione di Cross: Doak, 2020, p. 178 (EN) Brian R. Doak, Ancient Israel's Neighbors, New York, Oxford University Press, 2020, ISBN9780190690618.
Lipiński, 2004, p. 236 non è convinto dall'ipotesi né che la stele sia un decreto pubblico, come ipotizzano alcuni studiosi, né che essa sia un'iscrizione commemorativa per un generale fenicio; al contrario, ritiene si tratti di una dedica al dio Pummay da parte di un alto ufficiale fenicio. Diego Ruiz Mata, 2001, p. 6 della Universidad de Cádiz concorda che si tratti di una dedica al dio. María Eugenia Aubet, 1993, p. 206 dell'Universitat Pompeu Fabraritiene sia un'iscrizione commemorativa per la costruzione di un tempio dedicato al dio PMY. Opinione condivisa in anni recenti anche da Botto, 2007, p. 110, Fantauzzi - De Vincenzo, 2012, p. 10 e da Garbati, 2014, p. 213 (EN) Edward Lipiński, Itineraria Phoenicia, Leuven/Louvain, 2004, ISBN90-429-1344-4. (ES) Diego Ruiz Mata, Tartessos, in Martín Almagro, Oswaldo Arteaga, Michael Blech, Diego Ruiz Mata e Hermanfrid Schubart (a cura di), Protohistoria de la Península Ibérica, Barcelona, Ariel, 2001, pp. 1-187, ISBN978-84-344-6625-8. (EN) María Eugenia Aubet, The Phoenicians and the West, Cambridge University Press, 1993, ISBN0-521-79543-5. Massimo Botto, Urbanistica e topografia delle città fenicie di Sardegna. Il caso di Nora, in José Luis López Castro (a cura di), Las ciudades fenicio-punicas en el Mediterráneo Occidental, Almería, Editorial Universidad de Almería, 2007, pp. 107-138, ISBN978-8482408620. URL consultato il 10 dicembre 2020. (EN) Giuseppe Garbati, The Phoenicians in Sardinia, in Joan Aruz, Sarah B. Graff e Yelena Rakic (a cura di), Assyria to Iberia at the Dawn of the Classical Age, New Haven, The Metropolitan Museum of Art, 2014, pp. 211-213, ISBN978-1-58839-538-2.
Efemeridi letterarie di Roma, v. 3, Presso Gregorio Settari., 1774, pp. 348-351.: "L'Opera, che abbiamo annunciata del Sig. Principe di Torremozza, e le sae diligenti ricerche sopra i caratteri Fenicii, de'quali è composta la leggenda d' alcune medaglie Siciliane, ci ha fatta nascere vaghezza di qui riferire una Lettera del ch. Sig. Ab. Gio.Bernardo de Rossi Professore di Lingue Orientali nella Università di Parma, ai di cui meriti per conto di erudizione poliglotta facemmo plauso in queste stesse nostre Efemeridi dell'anno corvente num. XXI. p. 166. Questa Lettera è diretta al nostro Sig. Abate Gio. Cristofano Amaduzzi Professore di Lingua Greca nell’Archiginnasio della Sapienza di Roma; e Soprainteadente alla Stamperia di Propaganda, e tende ad ispiegare, ed illustrare una tronca Iscrizione con caratteri Fenici esistente fuori di Pula in una vigna, che appartiene ai Padri della Mercede di Cagliari. L'iscrizione incastrata al di fuori del Casino è lunga palmi 4., e larga 2. ed è stata diligentemente trascritta, ed indi è stata fatta incidere dal dotto, ed erudito P. Giacinto Hintz dell'Ordine de' Predicatori Professore di Sacra Scrittura, e di Lingua Ebraica nella regia Università di Cagliari, di cui altra volta si è pur parlato in questi nostri fogli."
Riguardo alla prima egli scrive: "Die erste [..] war diejenige von Gesenius, welcher in seinem Werke [...] eine Lesung derselben veröffentlichte, der im Allgemeinen fast alle Nachfolger treu geblieben sind"von Maltzan, 1869, p. 528. Riguardo alla seconda: "Aber mehrere Andere, namentlich italienische Gelehrte, wollten ihr einen gänzlich verschiedenen Zweck beilegen, dem sonst kein uns bekannt gewordenes phönicisches Denkmal bestimmt ist, nämlich die Bestimmung einer Commemorativ- oder Gedenkinschrift, von welcher dieses also das erste Beispiel bilden würde, welches uns vorkäme"von Maltzan, 1869, p. 530. (DE) Heinrich von Maltzan, Reise auf der Insel Sardinien: nebst einem Anhang: über die phonicischen Inschriften Sardiniens, Leipzig, Dyk, 1869. (DE) Heinrich von Maltzan, Reise auf der Insel Sardinien: nebst einem Anhang: über die phonicischen Inschriften Sardiniens, Leipzig, Dyk, 1869.
Parliamo sia del commercio nascosto, cioè "lo scambio di tutti quei materiali, composti soprattutto di materia organica e quindi deperibile"(Bartoloni, 2009, p. 24), sia dei metalli preziosi, se, come sembra, l'argento fenicio di questo periodo ha un rapporto di isotopi di piombo pari a quello dei minerali in Sardegna e in Spagna, che indica anche l'estensione delle reti commerciali fenicie. Chamorro, 1987, pp. 197-232 Piero Bartoloni, I Fenici e i Cartaginesi in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2009, ISBN978-88-7138-532-7. URL consultato l'11 dicembre 2020. (EN) Javier G. Chamorro, Survey of Archaeological Research on Tartessos, in American Journal of Archaeology, vol. 91, n. 2, 1987, pp. 197–232.
Albright sosteneva ancora la propria ipotesi nel 1967. Delcor, 1968, p. 327 riporta infatti una lettera di Albright datata al 30 ottobre 1967 in cui si legge: «My objection to currently accepted renderings is based on the fact that no formal inscription of funerary or dedicatory type could have been inscribed in such large characters with no margins, no vertical alignment of the beginning of lines and in such barbaric Phoenician, especially since few scholars now reject a ninth-century date.» (FR) Mathias Delcor, Réflexions sur l'inscription phénicienne de Nora en Sardaigne, in Syria. Archéologie, Art et histoire, vol. 45, n. 3-4, 1968, pp. 323-352, ISSN 2076-8435 (WC · ACNP).
Shea, 1991, p. 244 scrive: "Tarshish should be located in Spain, and Sardinia was the island upon which the Nora Stone was found. This means that Milkaton and his troops went to the western end of the mediterranean to campaign first, and then penetrated into Sardinia upon their return voyage" (EN) William H. Shea, The Dedication on the Nora Stone, in Vetus Testamentum, vol. 41, n. 2, 1991, pp. 241–245, ISSN 0042-4935 (WC · ACNP).
Il suo articolo viene pubblicato inizialmente in francese (Quatremère, 1842, pp. 521-524) e due anni dopo, nel 1844, ripubblicato in tedesco (Quatremère, 1844, pp. 105-108). L'unica differenza tra i due articoli risiede in una nota a piè di pagina dell'editore tedesco che segnala come Quatremère avesse ignorato Wurm. (FR) Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy, Scripturae linguaeque phoeniciae monumenta, in Journal des Savants, 1842, pp. 513–532. (DE) Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy, Zweiter Artikel, in Zeitschrift für die Kunde des Morgenslandes, vol. 5, Bonn, 1844, pp. 99–114.
Curiosamente Movers non cita l'articolo di Quartrère né nella sua versione francese, né nella traduzione in tedesco. Movers, 1849, p. 105 Franz Karl Movers, Die Phönizier, vol. 2, n. 1, Berlin, 1849.
Giacinto De Ferrari affermò a tal riguardo: "È chiaro, che variando l'interpunzione, e la somiglianza o corrispondenza delle lettere fenicie coll'ebraiche molti altri sensi potrebbero ricavarsene a piacere."De Ferrari, 1852, p. 200 Giacinto De Ferrari, Sopra i norachi dell’isola di Sardegna, Roma, Dissertazioni della Pontificia Accademia romana di archeologia, 1852.
Tra le edizioni pubblicate egli cita quelle di De Rossi, Arri, Gesenius e Bourgade, a cui aggiunge una inedita di P. Secchi. Garrucci, 1860, p. 233 Raffaele Garrucci, Lapida fenicia di Nora, in Dissertazioni della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, vol. 14, 1860, pp. 233-243.
Casalis nel 1847 nel volume XV scrisse: Non dimenticherò un altro Edipo che con tanta confidenza, che poteva parere arroganza, rivelava il senso di quelle lettere nella sua Lettura e spiegazione de' superstiti monumenti punici: Francesco Ricardi. Venit Raesus / iter faciens / Sponte procedens apud sardos / Qui pacem appetens, spolia mortis / Reprimens, Rex illustris fuit in Nora / Quam aedificiis magnifice auxit Venne Reso viaggiando / E liberamente avanzandosi fra' sardi / Il quale bramando la pace e gli assassini / Raffrenando, fu Re chiaro in Nora, / Che accrebbe di grandiosi edificii."Casalis, 1847, p. 785. Nel 1851 nel volume XIX aggiunse: "[...]produceva quella di Francesco Riccardi, il quale nella sua Lettura e spiegazione dei superstiti monumenti punici dava la seguente: Venit Raesus iter faciens (sponte procedens apud Sardos) Qui pacem appetens spolia mortis (Reprimens Rex illustris fuit in Nora) Quam aedificiis magnifice auxit. Il chiarissimo Della Marmora che ha riferito le altre nel suo vol II. tacque di questa, dando ad intendere la nessuna fede che avea nella traduzione dell'interprete. Io dopo averla proposta, palesava il mio stupore in vedere la sua confidenza nei propri lumi, da dispensarsi da ogni dichiarazione. Nella parafrasi fece egli come se non già amplificasse, ma riducesse a minor scala. Propose l'interpretazione in versi e meglio che interprete è stato poeta." Casalis, 1851, p. 372 Goffredo Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, XV, Torino, 1847. URL consultato il 17 dicembre 2020. Goffredo Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna, XIX, Torino, 1851. URL consultato il 17 dicembre 2020.
Garrucci, 1860, p. 235 e p. 243. Raffaele Garrucci, Lapida fenicia di Nora, in Dissertazioni della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, vol. 14, 1860, pp. 233-243.
Garrucci, 1860, p. 243. Raffaele Garrucci, Lapida fenicia di Nora, in Dissertazioni della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, vol. 14, 1860, pp. 233-243.
Albright sosteneva ancora la propria ipotesi nel 1967. Delcor, 1968, p. 327 riporta infatti una lettera di Albright datata al 30 ottobre 1967 in cui si legge: «My objection to currently accepted renderings is based on the fact that no formal inscription of funerary or dedicatory type could have been inscribed in such large characters with no margins, no vertical alignment of the beginning of lines and in such barbaric Phoenician, especially since few scholars now reject a ninth-century date.» (FR) Mathias Delcor, Réflexions sur l'inscription phénicienne de Nora en Sardaigne, in Syria. Archéologie, Art et histoire, vol. 45, n. 3-4, 1968, pp. 323-352, ISSN 2076-8435 (WC · ACNP).
Shea, 1991, p. 244 scrive: "Tarshish should be located in Spain, and Sardinia was the island upon which the Nora Stone was found. This means that Milkaton and his troops went to the western end of the mediterranean to campaign first, and then penetrated into Sardinia upon their return voyage" (EN) William H. Shea, The Dedication on the Nora Stone, in Vetus Testamentum, vol. 41, n. 2, 1991, pp. 241–245, ISSN 0042-4935 (WC · ACNP).
Bernardini, 1993, pp. 54 ss. Paolo Bernardini, La Sardegna e i Fenici. Appunti sulla colonizzazione, in Rivista di Studi Fenici, vol. 21, Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico, 1993, pp. 29-81, ISSN 0390-3877 (WC · ACNP).
Wagner, 1986, pp. 201-228. (ES) Carlos González Wagner, Tartessos y las tradiciones literarias, in Rivista di Studi Fenici, vol. 14, n. 2, Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico, 1986, pp. 201-228, ISSN 0390-3877 (WC · ACNP).
Täckholm, 1974, pp. 41-57. (DE) Ulf Täckholm, Neue Studien zum Tarsis-Tartessosproblem, in Opuscula. Annual of the Swedish Institutes at Athens and Rome, 1974, pp. 41-57, ISSN 2000-0898 (WC · ACNP).
Andreas Böcker, Museumsblog 08. September 2016, su kalkriese-varusschlacht.de, kalkriese-varusschlacht.de/. URL consultato il 24 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2017).
Albright sosteneva ancora la propria ipotesi nel 1967. Delcor, 1968, p. 327 riporta infatti una lettera di Albright datata al 30 ottobre 1967 in cui si legge: «My objection to currently accepted renderings is based on the fact that no formal inscription of funerary or dedicatory type could have been inscribed in such large characters with no margins, no vertical alignment of the beginning of lines and in such barbaric Phoenician, especially since few scholars now reject a ninth-century date.» (FR) Mathias Delcor, Réflexions sur l'inscription phénicienne de Nora en Sardaigne, in Syria. Archéologie, Art et histoire, vol. 45, n. 3-4, 1968, pp. 323-352, ISSN 2076-8435 (WC · ACNP).
Shea, 1991, p. 244 scrive: "Tarshish should be located in Spain, and Sardinia was the island upon which the Nora Stone was found. This means that Milkaton and his troops went to the western end of the mediterranean to campaign first, and then penetrated into Sardinia upon their return voyage" (EN) William H. Shea, The Dedication on the Nora Stone, in Vetus Testamentum, vol. 41, n. 2, 1991, pp. 241–245, ISSN 0042-4935 (WC · ACNP).
Bernardini, 1993, pp. 54 ss. Paolo Bernardini, La Sardegna e i Fenici. Appunti sulla colonizzazione, in Rivista di Studi Fenici, vol. 21, Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico, 1993, pp. 29-81, ISSN 0390-3877 (WC · ACNP).
Wagner, 1986, pp. 201-228. (ES) Carlos González Wagner, Tartessos y las tradiciones literarias, in Rivista di Studi Fenici, vol. 14, n. 2, Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico, 1986, pp. 201-228, ISSN 0390-3877 (WC · ACNP).
Täckholm, 1974, pp. 41-57. (DE) Ulf Täckholm, Neue Studien zum Tarsis-Tartessosproblem, in Opuscula. Annual of the Swedish Institutes at Athens and Rome, 1974, pp. 41-57, ISSN 2000-0898 (WC · ACNP).