«Diocleziano non era certo un economista. Era sinceramente convinto che il disordine monetario fosse dovuto a una perversa combinazione di una moneta e di uomini entrambi cattivi. Una volta messe in circolazione delle buon monete e ristabilite le condizioni della fiducia occorreva castigare gli uomini cattivi con le maniere forti: quelle sulle quali in ultima analisi, da soldato rude, Diocleziano contava» (Ruffolo 2004, p. 139). Giorgio Ruffolo, Quando l'Italia era una superpotenza: il ferro di Roma e l'oro dei mercanti, Torino, Einaudi, 2004, ISBN88-06-16804-5..
Ai tempi di Augusto la spesa pubblica (pari a circa il 5% del PIL era finanziata per un terzo dalle imposte dirette (fondiaria e personale) e per il resto da imposte indirette, dazi commerciali e redditi dei patrimoni imperiali: dunque la pressione fiscale si riduceva al 4% del PIL.
Ai tempi di Diocleziano e Costantino, invece, la pressione fiscale quadruplicò, fino ad arrivare a circa la metà del PIL intorno alla metà del IV secolo. Un indice quantitativo indiretto del fenomeno è costituito dal progressivo aumento dei reliquia, ovvero gli arretrati delle tasse, che documentano un'impossibilità di pagare o incapacità di incassare le tasse (Ruffolo 2004, p. 109). Giorgio Ruffolo, Quando l'Italia era una superpotenza: il ferro di Roma e l'oro dei mercanti, Torino, Einaudi, 2004, ISBN88-06-16804-5..
Giordane, XXXVI, 192: …hi enim adfuerunt auxiliares: Franci, Sarmatae, Armoriciani, Liticiani, Burgundiones, Saxones, Ripari, Olibriones, quondam milites Romani, tunc vero iam in numero auxiliarium exquisiti, aliaeque nonnulli Celticae vel Germanie nationes…Giordane, De origine actibusque Getarum. URL consultato il 22 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2008).
Giordane, XXXVI, 242: …Odoacer Torcilingorum rex habens secum Sciros, Herulos diversarumque gentium auxiliarios Italiam occupavit…Giordane, De origine actibusque Getarum. URL consultato il 22 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2008).