«In epoca moderna questa idea di Aristotele è stata indicata come scala naturae, una scala naturale, nella quale l'uomo occupa, per così dire, il gradino più alto. Le cose stanno invece diversamente se si includono nella discussione altri testi di Aristotele, tratti dalla Metafisica, dall'Etica Nicomachea e dal III libro del De anima. Qui all'uomo viene attribuita come tratto specifico la facoltà razionale, che gli conferisce la capacità di pervenire alla teoria, per esprimersi in termini aristotelici, dunque alla contemplazione della natura dall'esterno. Che le cose vadano intese veramente così lo mostra il fatto che Aristotele pone l'uomo, in quanto capace di elevarsi alla teoria, ad uno stesso livello con la divinità, che è anch'essa in grado di contemplare l'intera natura dall'esterno.» (Wolfgang Kullmann, Aristotele filosofo della naturaWolfgang Kullmann: Aristotele filosofo della naturaArchiviato il 6 novembre 2011 in Internet Archive.)
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«In epoca moderna questa idea di Aristotele è stata indicata come scala naturae, una scala naturale, nella quale l'uomo occupa, per così dire, il gradino più alto. Le cose stanno invece diversamente se si includono nella discussione altri testi di Aristotele, tratti dalla Metafisica, dall'Etica Nicomachea e dal III libro del De anima. Qui all'uomo viene attribuita come tratto specifico la facoltà razionale, che gli conferisce la capacità di pervenire alla teoria, per esprimersi in termini aristotelici, dunque alla contemplazione della natura dall'esterno. Che le cose vadano intese veramente così lo mostra il fatto che Aristotele pone l'uomo, in quanto capace di elevarsi alla teoria, ad uno stesso livello con la divinità, che è anch'essa in grado di contemplare l'intera natura dall'esterno.» (Wolfgang Kullmann, Aristotele filosofo della naturaWolfgang Kullmann: Aristotele filosofo della naturaArchiviato il 6 novembre 2011 in Internet Archive.)