Agli avvenimenti del 1848 in Lombardia presero parte anche altri botanici. Tra questi ce ne sono due riconducibili a Cesati: Albert Bracht e Giuseppe Antonio Pasquale. Bracht, capitano nel 52º Reggimento Arciduca Franz Carl dell'esercito austriaco morto nella battaglia di Custoza del 25 luglio 1848, faceva parte del sodalizio di giovani naturalisti frequentato, a Milano, da Cesati di cui era amico e corrispondente (cfr. Soldano, 1987b, p. 152) e di cui condivise la proposta di istituire un Giornale Botanico Italiano che vedrà il primo numero pubblicato a Firenze nel 1844 (cfr. Innocenzo Bona, Alberto (o Adalberto) de Bracht ? Lungimirante botanico e capitano boemo, in Notiziario floristico. Gruppo Flora Alpina Bergamasca, XXI, n. 41, 2012, pp. 20-23). URL consultato il 22 febbraio 2022. Pasquale, che combatté nella battaglia di Curtatone e Montanara nel maggio 1848, sarebbe diventato coadiutore di Cesati alla cattedra di botanica ed alla direzione del R. Orto di Napoli dal 1867 al 1882 (cfr. Giovanni Quaranta, Pasquale Giuseppe Antonio, su Pantaleone Sergi (a cura di), Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea, Istituto Calabrese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea, 17 dicembre 2019. URL consultato il 24 maggio 2020). Adriano Soldano, L’attività scientifica di Vincenzo Cesati nel bresciano (1843-1847) (PDF), in Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., XXIII, Brescia, (1986) 1987, pp. 141-163.
Il completamento di quest'ultimo saggio fu possibile solo grazie alla collaborazione di Francesco Balsamo, suo giovane allievo ed esperto microscopista ed algologo, il cui nome non compare tra gli Autori anche se, come Cesati riconobbe e scrisse «con assai abnegazione, si addossò l'incarico di rivedere e, ove ne fosse il caso, di compiere il quadro da me tracciato» (cfr. Cesati, 1882a, p. 1). Saggio di una bibliografia algologica italiana (PDF), in Mem. Soc. It. Sc. dei XL, IV, ser. III, n. 7, Roma, 1882, pp. 1-77.
Nella letteratura botanica di lingua francese, il biografato è indicato, a volte, come Vincent de Cesati (ad esempio cfr. Roumeguére, 1883) così come in alcune fonti italiane tradotte dal francese dove è denominato Vincenzo de Cesati. L'aggiunta del de davanti al cognome fatta da alcuni Autori francesi deriva, probabilmente, dalla consuetudine di preporre questa particella ai cognomi di origine alto borghese o nobiliare. In effetti il biografato era barone e discendeva dall'antica e nobile famiglia Cesati, di cui era capostipite un Massimiliano (1430-1510) regio ducale referendario della città di Vigevano (cfr. Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, II, Milano, Forni, 1928-32, pp. 433-434). (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82.
Cesati aveva già in mente i contenuti dei due fascicoli successivi, il secondo dei quali avrebbe dovuto trattare delle Umbellatae attuando così, almeno in parte, il suo ambizioso progetto monografico sulle Ombrellifere che coltivava fin da giovane (cfr. Soldano, 1987b, p. 151).
Ma i due fascicoli non furono mai pubblicati sia per i costi di stampa troppo elevati che Cesati avrebbe dovuto sostenere (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78) e sia, più probabilmente. perché il «materiale pel 4to e 5to fasc. della Iconografia Italiana» predisposto da Cesati «pel prossimo inverno 1844/45-1845/46» andò disperso a causa della confisca dei beni di Cesati da parte degli Austriaci (cfr. Soldano, 1987b, p. 152). Adriano Soldano, L’attività scientifica di Vincenzo Cesati nel bresciano (1843-1847) (PDF), in Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., XXIII, Brescia, (1986) 1987, pp. 141-163. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82. Adriano Soldano, L’attività scientifica di Vincenzo Cesati nel bresciano (1843-1847) (PDF), in Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., XXIII, Brescia, (1986) 1987, pp. 141-163.
Lo studio delle crittogame era ritenuto, fino ad allora, un settore secondario rispetto alla botanica fanerogama, poco indagato anche per le difficoltà di osservazione dovuta alla mancanza di adeguati strumenti ottici. Solo a partire dalla metà dell’800 la crittogamologia ebbe un marcato sviluppo, grazie all'uso del microscopio (cfr. Bonali, 2010, p. 12).
Fu così che, nel 1858, Cesati, De Notaris e Francesco Baglietto fondarono la Società crittogamologica italiana alla quale aderirono i principali crittogamisti italiani di quel tempo (tra gli altri Giacomo Doria, Lodovico Caldesi, Luigi Dufour, Patrizio Gennari). Cesati fu tra i collaboratori dell'Erbario crittogamico italiano e, tra il 1861 ed 1866, curò la pubblicazione del Commentario edito dalla Società (cfr. Giacomini, 1980).
Sia la raccolta di exsiccata che la rivista specializzata ebbero in ruolo fondamentale nel promuovere la crittogamologia in Italia e la conoscenza delle crittogame dell'Europa meridionale (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78).
La pubblicazione sia dell'Erbario che del Commentario, si interruppe per mancanza di fondi già prima della morte di De Notaris nel 1877, fu ripresa per iniziativa di Francesco Ardissone e Francesco Baglietto nel 1868 per la collezione in natura e nel 1878 per i Commentari che divennero gli Atti della Società Crittogamologica Italiana (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78). Fabrizio Bonali, Un carteggio inedito tra due naturalisti lombardi dell’800: Luigi d’Arco, mantovano e Vincenzo Cesati, milanese (PDF), in Pianura - Scienze e storia dell’ambiente padano, XXV, Cremona, Provincia di Cremona, 2010, pp. 3-44. Valerio Giacomini, CESATI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82.
Il saggio precede la pubblicazione dell'opera di De Notaris Sphaeriacei Italici. Centuria 1, Fasc. 1.2., alla preparazione della quale Cesati collaborò anche se il suo nome non compare tra gli Autori (cfr. Roumeguére, 1883, p. 79). (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82.
Cesati supportava la fondazione di una nuova specie con la scoperta di cellule spirillate, di natura e genesi particolari e localizzate esclusivamente nella gleba del peridio. Secondo Smith queste cellule avrebbero una genesi ed una natura differente e si troverebbero disseminate in tutti i tessuti dei Gasteromycetes (cfr. Roumeguére, 1883, pp. 79-80). (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82.
beniculturali.it
asvercelli.beniculturali.it
Con R. Decreto del 10 ottobre 1850, le scuole pubbliche di Vercelli, chiamate Collegio e gestite, dal 1833, dai Chierici regolari di San Paolo (Barnabiti) nella sede di via San Cristoforo, furono dichiarate statali e presero il nome di Collegio nazionale. Nel novembre del 1853, a seguito della rinuncia dei Barnabiti, il Collegio fu trasferito nei locali dell’ex collegio dei Gesuiti, accanto al Convitto Dal Pozzo, costituendo un unico Collegio-Convitto Nazionale, dando attuazione alla legge 4 ottobre 1848 (cfr. Maurizio Cassetti, Collegio Nazionale di Vercelli, collana Guida dell'Archivio di Stato di Vercelli, Vercelli, 1996, p. 49). Su proposta di Celestino Peroglio, e di altri «benemeriti cittadini» che si offrirono «di attendere gratuitamente all'insegnamento» i corsi tradizionali furono ampliati ed il 3 marzo 1854 fu inaugurata a Vercelli la prima Scuola Speciale Tecnica d'Italia (cfr. Carlo Dionisotti, Istituti di istruzione e di educazione. Istituto tecnico, collana Memorie storiche della città di Vercelli precedute da cenni statistici sul vercellese, I, Biella, Tip. Giuseppe Amosso, 1861, p. 299).
Cfr. Caso, 1883, pp. 25-26. Beniamino Caso, Vincenzo Cesati (PDF), in Rivista Alpina Italiana, II, n. 3, Torino, Club Alpino Italiano, 1883, pp. 25-26.
Secondo Giacomini, 1980, Cesati non sarebbe morto a Napoli, ma a Vercelli. In effetti Vercelli era la seconda patria di Cesati dove lui, patriota anti austriaco, trovò rifugio dopo il fallimento della rivoluzione lombarda del 1848 alla quale aveva attivamente partecipato. Ma Cesati morì a Napoli, come riportato dalla quasi totalità delle fonti biografiche, mentre a Vercelli fu sepolto, in esecuzione delle sue ultime volontà espresse al figlio Massimiliano (cfr. Caso, 1883, p. 26). Valerio Giacomini, CESATI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. Beniamino Caso, Vincenzo Cesati (PDF), in Rivista Alpina Italiana, II, n. 3, Torino, Club Alpino Italiano, 1883, pp. 25-26.
Cfr. Caso, 1883, p. 25. Beniamino Caso, Vincenzo Cesati (PDF), in Rivista Alpina Italiana, II, n. 3, Torino, Club Alpino Italiano, 1883, pp. 25-26.
Cfr. Caso, 1883, p. 26. Beniamino Caso, Vincenzo Cesati (PDF), in Rivista Alpina Italiana, II, n. 3, Torino, Club Alpino Italiano, 1883, pp. 25-26.
La sezione di Napoli nacque come "Succursale" del Club Alpino Italiano il 22 gennaio 1871, otto anni dopo l'istituzione della "Sede Centrale" a Torino. Alla sua fondazione parteciparono, assieme a Cesati, il conte Girolamo Giusso, Luigi Riccio e Vincenzo Volpicelli (cfr. Luigi Jozzoli, Relazione sullo stemma storico della Sezione di Napoli del CAI (PDF), su lnx.cainapoli.it, Club Alpino Italiano Sezione di Napoli, Aprile 2017).
Sotto la presidenza di Cesati, l'attività della Sezione fu caratterizzata dalla preminenza data agli aspetti scientifici e culturali connessi all'alpinismo, che privilegiavano l'osservazione naturalistica in montagna alla pratica alpinistica vera e propria (cfr. Luigi Jozzoli, Relazione sullo stemma storico della Sezione di Napoli del CAI (PDF), su lnx.cainapoli.it, Club Alpino Italiano Sezione di Napoli, 2017). Fu riorganizzato il servizio delle Guide del complesso vulcanico del Somma-Vesuvio, di cui fu avviato uno studio scientifico assieme a quello condotto sui Campi Flegrei. Furono installate diverse stazioni meteorologiche sull'Appenino meridionale che entrarono a far parte della Rete Meteorologica Nazionale. Fu costituito il primo nucleo della biblioteca sezionale, poi arricchito con l'acquisto della biblioteca del matematico e sismologo francese Alexis Perrey. Fu organizzato il Congresso nazionale del CAI, a Chieti il primo svolto nell'Italia meridionale (cfr. Canzanella, 2020). Maria Giovanna Canzanella, Pagine di botanica. Il primo presidente della sezione di Napoli del Club alpino italiano: Vincenzo Cesati (PDF), su lnx.cainapoli.it. URL consultato il 23 giugno 2020.
cavourvercelli.it
«Per volontà e merito dell’allora direttore Barone Vincenzo Cesati» (cfr. Il 'Cavour': Pillole di Storia, su cavourvercelli.it. URL consultato il 20 aprile 2020 e Roberto Crosio, Le scuole speciali tecniche, su roberto-crosio.net. URL consultato il 20 aprile 2020).
Agli avvenimenti del 1848 in Lombardia presero parte anche altri botanici. Tra questi ce ne sono due riconducibili a Cesati: Albert Bracht e Giuseppe Antonio Pasquale. Bracht, capitano nel 52º Reggimento Arciduca Franz Carl dell'esercito austriaco morto nella battaglia di Custoza del 25 luglio 1848, faceva parte del sodalizio di giovani naturalisti frequentato, a Milano, da Cesati di cui era amico e corrispondente (cfr. Soldano, 1987b, p. 152) e di cui condivise la proposta di istituire un Giornale Botanico Italiano che vedrà il primo numero pubblicato a Firenze nel 1844 (cfr. Innocenzo Bona, Alberto (o Adalberto) de Bracht ? Lungimirante botanico e capitano boemo, in Notiziario floristico. Gruppo Flora Alpina Bergamasca, XXI, n. 41, 2012, pp. 20-23). URL consultato il 22 febbraio 2022. Pasquale, che combatté nella battaglia di Curtatone e Montanara nel maggio 1848, sarebbe diventato coadiutore di Cesati alla cattedra di botanica ed alla direzione del R. Orto di Napoli dal 1867 al 1882 (cfr. Giovanni Quaranta, Pasquale Giuseppe Antonio, su Pantaleone Sergi (a cura di), Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea, Istituto Calabrese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea, 17 dicembre 2019. URL consultato il 24 maggio 2020). Adriano Soldano, L’attività scientifica di Vincenzo Cesati nel bresciano (1843-1847) (PDF), in Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., XXIII, Brescia, (1986) 1987, pp. 141-163.
Cesati aveva già in mente i contenuti dei due fascicoli successivi, il secondo dei quali avrebbe dovuto trattare delle Umbellatae attuando così, almeno in parte, il suo ambizioso progetto monografico sulle Ombrellifere che coltivava fin da giovane (cfr. Soldano, 1987b, p. 151).
Ma i due fascicoli non furono mai pubblicati sia per i costi di stampa troppo elevati che Cesati avrebbe dovuto sostenere (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78) e sia, più probabilmente. perché il «materiale pel 4to e 5to fasc. della Iconografia Italiana» predisposto da Cesati «pel prossimo inverno 1844/45-1845/46» andò disperso a causa della confisca dei beni di Cesati da parte degli Austriaci (cfr. Soldano, 1987b, p. 152). Adriano Soldano, L’attività scientifica di Vincenzo Cesati nel bresciano (1843-1847) (PDF), in Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., XXIII, Brescia, (1986) 1987, pp. 141-163. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82. Adriano Soldano, L’attività scientifica di Vincenzo Cesati nel bresciano (1843-1847) (PDF), in Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., XXIII, Brescia, (1986) 1987, pp. 141-163.
L’elaborazione dicotomica per la determinazione delle specie fu opera di Passerini (cfr. Palletti, Pazzoni, Giuseppe Passerini, su comune.parma.it, Istituzione biblioteche del comune di Parma. URL consultato il 28 giugno 2020).
Cfr. Cesati, 1848a, pp. 492-518.
Anche nell'edizione precedente Cesati si era occupato di Fungi. Oltre ad un cenno sulla loro distribuzione geografica, elencava diverse specie delle famiglie delle Tuberacee, delle Licoperdacee e delle Poliporee, desunte dagli scritti di Carlo Vittadini, e terminava con un elenco dei funghi mangerecci e nocivi più comuni (cfr. Cesati, 1844a, 345-348). Saggio su la geografia botanica e su la flora della Lombardia, Milano, Tip. Giuseppe Bernardoni di Giovanni, 1844, pp. 1-74.[125]
I caratteri microscopici, su cui di fondava il nuovo sistema di classificazioni, erano: le condizioni di tessitura dei concettacoli (o pirenii); la forma, il colore e la struttura degli sporidii e, eventualmente, la struttura dello stroma qualora apparisse ben definito e nettamente distinto dal micelio (cfr. Nicola Antonio Pedicino, Notizie intorno a Giuseppe De Notaris del Socio Corrispondente nazionale N. Pedicino. Adunanza del dì 10 marzo 1877, in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, XVI, fasc. 3, Napoli, Tip. R, Acc. Sc. Sis. e Mat. Soc. R. Napoli, 1887, p. 44).
Cfr. Herbarium Bridelianum, in Archivio Botanico e Biogeografico Italiano, XXXVI-XXXVII, Forlì, Lito-tipo Valbonese, 1960, p. 233.
icsaicstoria.it
Agli avvenimenti del 1848 in Lombardia presero parte anche altri botanici. Tra questi ce ne sono due riconducibili a Cesati: Albert Bracht e Giuseppe Antonio Pasquale. Bracht, capitano nel 52º Reggimento Arciduca Franz Carl dell'esercito austriaco morto nella battaglia di Custoza del 25 luglio 1848, faceva parte del sodalizio di giovani naturalisti frequentato, a Milano, da Cesati di cui era amico e corrispondente (cfr. Soldano, 1987b, p. 152) e di cui condivise la proposta di istituire un Giornale Botanico Italiano che vedrà il primo numero pubblicato a Firenze nel 1844 (cfr. Innocenzo Bona, Alberto (o Adalberto) de Bracht ? Lungimirante botanico e capitano boemo, in Notiziario floristico. Gruppo Flora Alpina Bergamasca, XXI, n. 41, 2012, pp. 20-23). URL consultato il 22 febbraio 2022. Pasquale, che combatté nella battaglia di Curtatone e Montanara nel maggio 1848, sarebbe diventato coadiutore di Cesati alla cattedra di botanica ed alla direzione del R. Orto di Napoli dal 1867 al 1882 (cfr. Giovanni Quaranta, Pasquale Giuseppe Antonio, su Pantaleone Sergi (a cura di), Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea, Istituto Calabrese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea, 17 dicembre 2019. URL consultato il 24 maggio 2020). Adriano Soldano, L’attività scientifica di Vincenzo Cesati nel bresciano (1843-1847) (PDF), in Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., XXIII, Brescia, (1986) 1987, pp. 141-163.
Carlo Cattaneo aveva ricevuto l'incarico di redigere una guida per i partecipanti alla VI Riunione degli Scienziati Italiani a Milano, avendo recensito su Il Politecnico le guide già uscite per le precedenti Riunioni. Ma il principio da cui mosse il lavoro di Cattaneo, e cioè quello di descrivere «un'intera regione in luogo di fare qua e là per l'Italia un volume sulla centesima o trecentesima particola del bel paese» (cfr. Cattaneo, 1844, p. VI) non venne accettato e la guida per i congressisti fu commissionata a Cesare Cantù. Cattaneo pubblicò comunque il lavoro, contenente il capitolo Flora scritto da Cesati, come primo volume di un'opera che sarebbe però rimasta incompiuta (cfr. Scienziati di tutta Italia, unitevi! I congressi dei naturalisti italiani fra scienza e politica. Per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Milano 1844, su mostre.museogalileo.it, Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza. URL consultato il 20 giugno 2020).
Hypoxylon cesatianum Cooke (1883) e Melanomma cesatianum Sacc. (1883) (cfr. (EN) K. Bensch (a cura di), MycoBank DataBase, su mycobank.org, Westerdijk Fungal Biodiversity Institute, Utrecht, The Netherlands - Botanische Staatssammlung München, Germany. URL consultato il 10 luglio 2020).
Lo studio delle crittogame era ritenuto, fino ad allora, un settore secondario rispetto alla botanica fanerogama, poco indagato anche per le difficoltà di osservazione dovuta alla mancanza di adeguati strumenti ottici. Solo a partire dalla metà dell’800 la crittogamologia ebbe un marcato sviluppo, grazie all'uso del microscopio (cfr. Bonali, 2010, p. 12).
Fu così che, nel 1858, Cesati, De Notaris e Francesco Baglietto fondarono la Società crittogamologica italiana alla quale aderirono i principali crittogamisti italiani di quel tempo (tra gli altri Giacomo Doria, Lodovico Caldesi, Luigi Dufour, Patrizio Gennari). Cesati fu tra i collaboratori dell'Erbario crittogamico italiano e, tra il 1861 ed 1866, curò la pubblicazione del Commentario edito dalla Società (cfr. Giacomini, 1980).
Sia la raccolta di exsiccata che la rivista specializzata ebbero in ruolo fondamentale nel promuovere la crittogamologia in Italia e la conoscenza delle crittogame dell'Europa meridionale (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78).
La pubblicazione sia dell'Erbario che del Commentario, si interruppe per mancanza di fondi già prima della morte di De Notaris nel 1877, fu ripresa per iniziativa di Francesco Ardissone e Francesco Baglietto nel 1868 per la collezione in natura e nel 1878 per i Commentari che divennero gli Atti della Società Crittogamologica Italiana (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78). Fabrizio Bonali, Un carteggio inedito tra due naturalisti lombardi dell’800: Luigi d’Arco, mantovano e Vincenzo Cesati, milanese (PDF), in Pianura - Scienze e storia dell’ambiente padano, XXV, Cremona, Provincia di Cremona, 2010, pp. 3-44. Valerio Giacomini, CESATI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82.
roberto-crosio.net
«Per volontà e merito dell’allora direttore Barone Vincenzo Cesati» (cfr. Il 'Cavour': Pillole di Storia, su cavourvercelli.it. URL consultato il 20 aprile 2020 e Roberto Crosio, Le scuole speciali tecniche, su roberto-crosio.net. URL consultato il 20 aprile 2020).
Cesati lasciò «una straordinaria impronta nella cultura scientifica vercellese e nell'organizzazione dell'Istituto, a cominciare dalla realizzazione del Gabinetto di Scienze, tuttora dotato di raccolte e strumenti cui mise mano personalmente con l'avvedutezza dell'uomo di scuola, più che mai conscio dell'emergenza scientifico-tecnica del momento» (cfr. Roberto Crosio, Le scuole speciali tecniche, su roberto-crosio.net. URL consultato il 26 luglio 2020).
sbn.it
opac.sbn.it
Dopo la morte di Cesati (nel 1883) e di Passerini (nel 1893), l'opera fu continuata dal solo Gibelli. Dopo la morte di questi (nel 1898), l'opera fu completata da Oreste Mattirolo, allievo di Gibelli, che conservava i manoscritti e i disegni originali, ma solo dopo la fine di un lungo contenzioso (dal febbraio del 1899 all'ottobre del 1900, con ripetuti solleciti e minacce di azioni legali) con la Casa Editrice Francesco Vallardi, titolare dei diritti esclusivi sull'opera (cfr. Corrispondenti di Oreste Mattirolo (PDF), su bibliosdn.unito.it, Biblioteche di Scienze della Natura. URL consultato il 25 giugno 2020). Il 5 gennaio 1902, in occasione del primo anniversario dell’inaugurazione ufficiale a Torino di un busto di Gibelli, fu presentata l'edizione definitiva in due volumi, il primo con il testo, preceduto da una prefazione di Mattirolo, ed il secondo con solo gli indici, l’errata corrige e le tavole illustrate da Gibelli (cfr. Ricerca: Identificativo SBN = UTO1059704, su opac.sbn.it, OPAC SBN. Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale. URL consultato il 25 giugno 2020).
storianaturale.org
L'iniziale insoddisfazione di Cesati, per la nuova residenza derivava per prima cosa dalla particolare fisionomia vegetale dell'agro vercellese. La scarsità del manto boschivo dei territori oltre la sponda occidentale del Sesia gli facevano presagire una «desolante monotonia» floristico-vegetazionale. Si aggiungeva inoltre la preoccupazione di Cesati di non poter spingere le sue erborizzazioni oltre la sponda orientale per la presenza degli Austriaci, che occupavano militarmente quei territori dopo la disfatta di Novara e l'Armistizio di Vignale. Benché col trattato di Milano ed il bando di Radetzky si riconosceva l'amnistia agli esuli lombardo-veneti nel piemontese, Cesati non si fidava per i suoi noti trascorsi anti-austriaci (cfr. Soldano, 1987a, p. 270) ma anzi considerava «una trappola» il provvedimento di clemenza (cfr. BSN, 2020b, lettera 78.15). Adriano Soldano, La flora di Vercelli di Vincenzo Cesati (PDF), in Riv. Piem. St. Nat., VIII, 1987, pp. 269-301. Biblioteche di Scienze della Natura, Corrispondenti di G. G. Moris - 1 (PDF), su bibliosdn.unito.it, Università degli Studi di Torino. URL consultato il 27 giugno 2020.
Cfr. Soldano, 1987a, p. 271, Soldano, 1987a, p. 286 e Cesati, 1851. Adriano Soldano, La flora di Vercelli di Vincenzo Cesati (PDF), in Riv. Piem. St. Nat., VIII, 1987, pp. 269-301. Adriano Soldano, La flora di Vercelli di Vincenzo Cesati (PDF), in Riv. Piem. St. Nat., VIII, 1987, pp. 269-301. Tavole analitiche pel corso di storia naturale (Zoologia) durante l'anno scolastico 1850-51 ad uso degli allievi delle classi superiori nel Collegio nazionale di Vercelli, Vercelli, Tipografia De Gaudenzi, 1851, pp. 1-31.
treccani.it
Secondo Giacomini, 1980, Cesati non sarebbe morto a Napoli, ma a Vercelli. In effetti Vercelli era la seconda patria di Cesati dove lui, patriota anti austriaco, trovò rifugio dopo il fallimento della rivoluzione lombarda del 1848 alla quale aveva attivamente partecipato. Ma Cesati morì a Napoli, come riportato dalla quasi totalità delle fonti biografiche, mentre a Vercelli fu sepolto, in esecuzione delle sue ultime volontà espresse al figlio Massimiliano (cfr. Caso, 1883, p. 26). Valerio Giacomini, CESATI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. Beniamino Caso, Vincenzo Cesati (PDF), in Rivista Alpina Italiana, II, n. 3, Torino, Club Alpino Italiano, 1883, pp. 25-26.
Lo studio delle crittogame era ritenuto, fino ad allora, un settore secondario rispetto alla botanica fanerogama, poco indagato anche per le difficoltà di osservazione dovuta alla mancanza di adeguati strumenti ottici. Solo a partire dalla metà dell’800 la crittogamologia ebbe un marcato sviluppo, grazie all'uso del microscopio (cfr. Bonali, 2010, p. 12).
Fu così che, nel 1858, Cesati, De Notaris e Francesco Baglietto fondarono la Società crittogamologica italiana alla quale aderirono i principali crittogamisti italiani di quel tempo (tra gli altri Giacomo Doria, Lodovico Caldesi, Luigi Dufour, Patrizio Gennari). Cesati fu tra i collaboratori dell'Erbario crittogamico italiano e, tra il 1861 ed 1866, curò la pubblicazione del Commentario edito dalla Società (cfr. Giacomini, 1980).
Sia la raccolta di exsiccata che la rivista specializzata ebbero in ruolo fondamentale nel promuovere la crittogamologia in Italia e la conoscenza delle crittogame dell'Europa meridionale (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78).
La pubblicazione sia dell'Erbario che del Commentario, si interruppe per mancanza di fondi già prima della morte di De Notaris nel 1877, fu ripresa per iniziativa di Francesco Ardissone e Francesco Baglietto nel 1868 per la collezione in natura e nel 1878 per i Commentari che divennero gli Atti della Società Crittogamologica Italiana (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78). Fabrizio Bonali, Un carteggio inedito tra due naturalisti lombardi dell’800: Luigi d’Arco, mantovano e Vincenzo Cesati, milanese (PDF), in Pianura - Scienze e storia dell’ambiente padano, XXV, Cremona, Provincia di Cremona, 2010, pp. 3-44. Valerio Giacomini, CESATI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82.
Cfr. Compendio della flora italiana, su sba.unifi.it, Università degli Studi di Firenze. Sistema bibliotecario d'Ateneo. URL consultato il 28 giugno 2020.
Guglielmo Gasparrini era professore ordinario di botanica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e presso la Facoltà di Scienze fisiche, matematiche e naturali della R. Università di Napoli, nonché Direttore del R. Orto botanico e Preside della sezione di Scienze fisiche e naturali presso la stessa Università (cfr. Ministero dell'Istruzione Pubblica, R. Università di Napoli, in Annuario della Istruzione Pubblica del Regno d'Italia pel 1865-1866, Firenze, Tip. del Regno d'Italia, 1866, p. 69, p. 72 e p. 75).Verso la fine del 1865 Gasparrini si ammalò gravemente e Pasquale, suo coadiutore dal 1863, fu chiamato a supplirlo sia nell'insegnamento sia nella direzione dell’Orto. Morto Gasparrini, Pasquale fu nominato, per l'anno accademico 1866-67, professore straordinario e direttore incaricato (cfr. R. Università di Napoli., in Annuario dell'Istruzione Pubblica del Regno d'Italia pel 1866-1867, Firenze, Stab. Tip. G. Civelli, 1867, p. 60. p. 62 e p. 64). Nel 1867, Pasquale partecipò al concorso per titoli alla cattedra di botanica presso la R. Università di Napoli e alla direzione dell'Orto, in competizione con Cesati. L'esito del concorso fu favorevole a Cesati (che risultò primo con 50 punti) e Pasquale (terzo con 38 punti) fu riconfermato coadiutore del nuovo direttore, incarico che svolse fino al 1883 assieme a Gaetano Licopoli (cfr. Soldano, 1985, p. 135 e Catalano, 1958, p. 80). Adriano Soldano, Vincenzo Cesati a Vercelli. Le sue ricerche botaniche con ·cenni ai suoi rapporti con Alessio Malinverni e l'abate Antonio Carestia, in Bollettino Storico Vercellese, XIV, fasc. 2, n. 25, Vercelli, 1985, pp. 99-139. Giuseppe Catalano, Storia dell'Orto Botanico di Napoli. Il periodo di mezzo (1861-1910) (PDF), in Delpinoa, XI, tomo XXVIII, Napoli, Tip. V. Rappolla, 1958, pp. 73-103.
Il Real Giardino delle Piante, come era denominato il R. Orto botanico nel decreto di fondazione firmato da Giuseppe Bonaparte Re di Napoli e di Sicilia il 28 dicembre 1807, si componeva di tre nuclei diversi: il Casamento, il Giardino e i Fondi rustici (cfr. Catalano, 1958, pp. 48-50).
Il Casamento (denominato successivamente il Castello) era la sede dell'Istituto di botanica: un massiccio fabbricato quadrangolare con cortile interno, rinforzato agli angoli da torri merlate. Ospitava la Direzione, l'aula delle lezioni, la biblioteca, un laboratorio micrografico ed uno xilografico e l'erbario oltre l'abitazione del Direttore, del custode e del giardiniere capo (cfr. Catalano, 1958, pp. 60-63).
Il Giardino era la parte di terreno destinato a fini botanici in senso stretto «per l'istruzione del pubblico e per moltiplicarvi le spezie utili alla salute, all'agricoltura ed all'industria» (cfr. Catalano, 1958, p. 47 e pp. 63-70).
I Fondi rustici erano ampi appezzamenti a nord e ad est del Giardino, in aggiunta a quelli assegnati dal Decreto di fondazione dell'Orto, per servire alla parte a carattere agrario della sua attività. Usualmente venivano dati in affitto a coloni per incrementare, con l'estaglio riscosso, la dotazione statale dell'Istituto (cfr. Catalano, 1858, pp. 70-72). Giuseppe Catalano, Storia dell'Orto Botanico di Napoli. Il periodo di mezzo (1861-1910) (PDF), in Delpinoa, XI, tomo XXVIII, Napoli, Tip. V. Rappolla, 1958, pp. 73-103. Giuseppe Catalano, Storia dell'Orto Botanico di Napoli. Il periodo di mezzo (1861-1910) (PDF), in Delpinoa, XI, tomo XXVIII, Napoli, Tip. V. Rappolla, 1958, pp. 73-103. Giuseppe Catalano, Storia dell'Orto Botanico di Napoli. Il periodo di mezzo (1861-1910) (PDF), in Delpinoa, XI, tomo XXVIII, Napoli, Tip. V. Rappolla, 1958, pp. 73-103.
La prescrizione di consentire l'accesso al Giardino per il pubblico passeggio, costituì uno dei problemi principali del R. Orto botanico, fin dai tempi della sua fondazione. I gravi inconvenienti derivati dalla concessione imposero, nel tempo, delle restrizioni tra cui quelle introdotte da Cesati. Ci furono però lunghe e vivaci proteste, anche attraverso gli organi di stampa, nonché l'incomprensione ed il mancato doveroso sostegno da parte del Rettore dell'Università di Napoli Luigi Settembrini al quale Cesati indirizzò, il 26 Aprile 1872, una lunga e veemente lettera di protesta (cfr. Catalano, 1958, pp. 83-86). Giuseppe Catalano, Storia dell'Orto Botanico di Napoli. Il periodo di mezzo (1861-1910) (PDF), in Delpinoa, XI, tomo XXVIII, Napoli, Tip. V. Rappolla, 1958, pp. 73-103.
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bibliosdn.unito.it
L'iniziale insoddisfazione di Cesati, per la nuova residenza derivava per prima cosa dalla particolare fisionomia vegetale dell'agro vercellese. La scarsità del manto boschivo dei territori oltre la sponda occidentale del Sesia gli facevano presagire una «desolante monotonia» floristico-vegetazionale. Si aggiungeva inoltre la preoccupazione di Cesati di non poter spingere le sue erborizzazioni oltre la sponda orientale per la presenza degli Austriaci, che occupavano militarmente quei territori dopo la disfatta di Novara e l'Armistizio di Vignale. Benché col trattato di Milano ed il bando di Radetzky si riconosceva l'amnistia agli esuli lombardo-veneti nel piemontese, Cesati non si fidava per i suoi noti trascorsi anti-austriaci (cfr. Soldano, 1987a, p. 270) ma anzi considerava «una trappola» il provvedimento di clemenza (cfr. BSN, 2020b, lettera 78.15). Adriano Soldano, La flora di Vercelli di Vincenzo Cesati (PDF), in Riv. Piem. St. Nat., VIII, 1987, pp. 269-301. Biblioteche di Scienze della Natura, Corrispondenti di G. G. Moris - 1 (PDF), su bibliosdn.unito.it, Università degli Studi di Torino. URL consultato il 27 giugno 2020.
Cfr. BSN, 2020b, lettera 78.16. Biblioteche di Scienze della Natura, Corrispondenti di G. G. Moris - 1 (PDF), su bibliosdn.unito.it, Università degli Studi di Torino. URL consultato il 27 giugno 2020.
Cfr. BSN, 2020b, lettera 78.27. Biblioteche di Scienze della Natura, Corrispondenti di G. G. Moris - 1 (PDF), su bibliosdn.unito.it, Università degli Studi di Torino. URL consultato il 27 giugno 2020.
Dopo la morte di Cesati (nel 1883) e di Passerini (nel 1893), l'opera fu continuata dal solo Gibelli. Dopo la morte di questi (nel 1898), l'opera fu completata da Oreste Mattirolo, allievo di Gibelli, che conservava i manoscritti e i disegni originali, ma solo dopo la fine di un lungo contenzioso (dal febbraio del 1899 all'ottobre del 1900, con ripetuti solleciti e minacce di azioni legali) con la Casa Editrice Francesco Vallardi, titolare dei diritti esclusivi sull'opera (cfr. Corrispondenti di Oreste Mattirolo (PDF), su bibliosdn.unito.it, Biblioteche di Scienze della Natura. URL consultato il 25 giugno 2020). Il 5 gennaio 1902, in occasione del primo anniversario dell’inaugurazione ufficiale a Torino di un busto di Gibelli, fu presentata l'edizione definitiva in due volumi, il primo con il testo, preceduto da una prefazione di Mattirolo, ed il secondo con solo gli indici, l’errata corrige e le tavole illustrate da Gibelli (cfr. Ricerca: Identificativo SBN = UTO1059704, su opac.sbn.it, OPAC SBN. Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale. URL consultato il 25 giugno 2020).
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Guglielmo Gasparrini era professore ordinario di botanica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e presso la Facoltà di Scienze fisiche, matematiche e naturali della R. Università di Napoli, nonché Direttore del R. Orto botanico e Preside della sezione di Scienze fisiche e naturali presso la stessa Università (cfr. Ministero dell'Istruzione Pubblica, R. Università di Napoli, in Annuario della Istruzione Pubblica del Regno d'Italia pel 1865-1866, Firenze, Tip. del Regno d'Italia, 1866, p. 69, p. 72 e p. 75).Verso la fine del 1865 Gasparrini si ammalò gravemente e Pasquale, suo coadiutore dal 1863, fu chiamato a supplirlo sia nell'insegnamento sia nella direzione dell’Orto. Morto Gasparrini, Pasquale fu nominato, per l'anno accademico 1866-67, professore straordinario e direttore incaricato (cfr. R. Università di Napoli., in Annuario dell'Istruzione Pubblica del Regno d'Italia pel 1866-1867, Firenze, Stab. Tip. G. Civelli, 1867, p. 60. p. 62 e p. 64). Nel 1867, Pasquale partecipò al concorso per titoli alla cattedra di botanica presso la R. Università di Napoli e alla direzione dell'Orto, in competizione con Cesati. L'esito del concorso fu favorevole a Cesati (che risultò primo con 50 punti) e Pasquale (terzo con 38 punti) fu riconfermato coadiutore del nuovo direttore, incarico che svolse fino al 1883 assieme a Gaetano Licopoli (cfr. Soldano, 1985, p. 135 e Catalano, 1958, p. 80). Adriano Soldano, Vincenzo Cesati a Vercelli. Le sue ricerche botaniche con ·cenni ai suoi rapporti con Alessio Malinverni e l'abate Antonio Carestia, in Bollettino Storico Vercellese, XIV, fasc. 2, n. 25, Vercelli, 1985, pp. 99-139. Giuseppe Catalano, Storia dell'Orto Botanico di Napoli. Il periodo di mezzo (1861-1910) (PDF), in Delpinoa, XI, tomo XXVIII, Napoli, Tip. V. Rappolla, 1958, pp. 73-103.
Come ebbe a dire Gaetano Licopoli, coadiutore di Cesati alla direzione dell'Orto: «con le sue dotte lezioni e col suo conversare affettuoso seppe anche in Napoli, imprimere nell'animo dei suoi amici e dei suoi discepoli il gusto della Crittogamia, che è tanta parte della scienza fitologica, di cui fino a quel tempo Napoli non aveva avuto speciali cultori» (cfr. Ricciardi, 2002, p. 30). Massimo Ricciardi, Il contributo dei Botanici della Scuola napoletana agli studi lichenologici, in Delpinoa, vol. 44, Napoli, Rapolla, 2002, pp. 27-38. URL consultato il 14 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2020).
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Secondo Giacomini, 1980, Cesati non sarebbe morto a Napoli, ma a Vercelli. In effetti Vercelli era la seconda patria di Cesati dove lui, patriota anti austriaco, trovò rifugio dopo il fallimento della rivoluzione lombarda del 1848 alla quale aveva attivamente partecipato. Ma Cesati morì a Napoli, come riportato dalla quasi totalità delle fonti biografiche, mentre a Vercelli fu sepolto, in esecuzione delle sue ultime volontà espresse al figlio Massimiliano (cfr. Caso, 1883, p. 26). Valerio Giacomini, CESATI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. Beniamino Caso, Vincenzo Cesati (PDF), in Rivista Alpina Italiana, II, n. 3, Torino, Club Alpino Italiano, 1883, pp. 25-26.
Lo studio delle crittogame era ritenuto, fino ad allora, un settore secondario rispetto alla botanica fanerogama, poco indagato anche per le difficoltà di osservazione dovuta alla mancanza di adeguati strumenti ottici. Solo a partire dalla metà dell’800 la crittogamologia ebbe un marcato sviluppo, grazie all'uso del microscopio (cfr. Bonali, 2010, p. 12).
Fu così che, nel 1858, Cesati, De Notaris e Francesco Baglietto fondarono la Società crittogamologica italiana alla quale aderirono i principali crittogamisti italiani di quel tempo (tra gli altri Giacomo Doria, Lodovico Caldesi, Luigi Dufour, Patrizio Gennari). Cesati fu tra i collaboratori dell'Erbario crittogamico italiano e, tra il 1861 ed 1866, curò la pubblicazione del Commentario edito dalla Società (cfr. Giacomini, 1980).
Sia la raccolta di exsiccata che la rivista specializzata ebbero in ruolo fondamentale nel promuovere la crittogamologia in Italia e la conoscenza delle crittogame dell'Europa meridionale (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78).
La pubblicazione sia dell'Erbario che del Commentario, si interruppe per mancanza di fondi già prima della morte di De Notaris nel 1877, fu ripresa per iniziativa di Francesco Ardissone e Francesco Baglietto nel 1868 per la collezione in natura e nel 1878 per i Commentari che divennero gli Atti della Società Crittogamologica Italiana (cfr. Roumeguére, 1883, p. 78). Fabrizio Bonali, Un carteggio inedito tra due naturalisti lombardi dell’800: Luigi d’Arco, mantovano e Vincenzo Cesati, milanese (PDF), in Pianura - Scienze e storia dell’ambiente padano, XXV, Cremona, Provincia di Cremona, 2010, pp. 3-44. Valerio Giacomini, CESATI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82. (FR) Casimir Roumeguére, Hommage à la mémoire de M. le Baron Vincent de Cesati, in Revue mycologique, V, n. 18, Toulouse, Bureaux de la rédaction, 1883, pp. 78-82.
La Stufa temperata nacque come serra non riscaldata destinata al ricovero delle piante esotiche durante l'inverno. Fu edificata, su progetto dell'architetto Giuliano de Fazio, a partire dal 1808 e terminata oltre dieci anni dopo. Ispirata alle Orangeries settecentesche, è un fabbricato a pianta rettangolare, con colonnato dorico, decorata con trenta metope raffiguranti motivi vegetali ed ampie porte-vetrate, girevoli verticalmente. Dal 1981 prende il nome di Serra Merola in ricordo di Aldo Merola direttore dell'Orto dal 1962 al 1980 (cfr. Colucci, 2007, pp. 421-432). Fiona Colucci, L’Orto Botanico di Napoli. I progetti di Urbanistica e di Architettura (1807-1936) - Tesi di dottorato, I, Napoli, Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Facoltà di Architettura - Dipartimento di Storia dell’architettura e della città, 2007, pp. 1-1023.