Al testamento della Tesi è in particolar modo dedicato il saggio di Michael Lorenz citato in bibliografia. Il saggio contiene, oltre alla traduzione inglese dell'atto, siglato a Vienna nel 1773, anche un link da cui si può scaricare la riproduzione testuale dell'originale in italiano.
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Francesco Algarotti, Saggio sopra l'opera in musica, Livorno, Coltellini, 1763, p. 43 (accessibile gratuitamente online presso Internet Archive).
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Anzi, non mancarono i malevoli per i quali solo come attrice meritava di essere ricordata. Secondo Ange Goudar, il quale, come già accennato, aveva da eccepire anche sulla sua presenza fisica, la Tesi «dotata di una voce ingrata», era la prima attrice «ad aver recitato bene cantando male» (op.cit., pp. 38-39). Anche secondo il caricaturista Anton Maria Zanetti, nel 1742, nelle recite del Bajazet a Venezia, «La Tesi, benché vecchia, recitava bene, ma cantava malissimo al solito...» (citato in (EN) Eleanor Selfridge-Field, The calendar of Venetian opera. A new chronology of Venetian opera and related genres, 1660-1760, Stanford CA, Stanford University Press, 2007, p. 478, ISBN9780804744379).
Il libretto, stampato a Napoli da Ricciardi nel 1747, è reperibile online presso Google Books.
Lettera all'abate Giovanni Claudio Pasquini (1695-dopo 1763) del 29 giugno 1748, in Raccolta di lettere scientifiche, familiari, e giocose dell'abate Pietro Metastasio romano, Roma, a spese di Pietro Puccinelli, s.d., III, p. 338 (reperibile online presso Google Books).
Lettera alla Principessa di Belmonte (Anna Francesca Pinelli Ravaschieri di Sangro, 1702-1799) del 13 dicembre 1749, riferita da Saverio Mattei nelle Momorie apposte come prefazione alle Opere del signor abate Pietro Metastasio, romano, poeta cesareo (novissima edizione), Napoli, De Bonis, 1784, XIII, p. LXXIII (reperibile online presso Books Google).
Lettera al Signor Cavaliere Carlo Broschi detto Farinelli del 29 giugno 1748, in Raccolta di lettere scientifiche, familiari, e giocose dell'abate Pietro Metastasio romano, Roma, a spese di Pietro Puccinelli, s.d., IV p. 44 (corsivo del redattore; il testo è reperibile online presso Google Books).
Lettera a Tommaso Filipponi, Segretario dell'Università di Torino, a Vienna, 13 dicembre 1747, pubblicata in Lettere dell'abate Pietro Metastasio precedute da due ragionamenti in lode del medesimo (edizione emendata da molti errori e divisa in due tomi), Trieste, Wage, Fleis & C., 1795, II, p. 245 (accessibile online presso Google Books)
La parola, quasi sicuramente di origine napoletana (Farinelli tradiva spesso le sue origini meridionali), è costruita sul verbo 'squarciare' come 'spaccone' è costruito su 'spaccare', e ne è praticamente un sinonimo (Vocabolario Treccani).
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I due ebbero modo di incontrarsi anche sullo stesso palcoscenico, a Lucca, nel 1733, nella Merope di Riccardo Broschi: la Tesi interpretava il ruolo del titolo (con il Farinelli come controparte maschile), mentre a Mancini toccava il personaggio di contorno di Trasimede (CORAGO).
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Croce riprende qui letteralmente il giudizio del compositore e flautista tedesco Johann Joachim Quantz, che era stato testimone diretto delle prodezze giovanili della cantante: «La Tesi era dotata dalla natura di una voce di contralto forte e mascolina» (Herrn Johann Joachim Quantzens Lebenslauf, von ihm selbst entworfe, in Friedrich Wilhelm Marpurg, Historisch-Kritische Beyträge zur Aufnahme der Musik, Volume I, Berlino, Schützens Witwe, 1755, p. 227; accessibile online in Commons). Il giudizio di Quantz fu poi ripreso tale e quale da altri autori del Settecento, come Charles Burney (The Present State of Music in Germany, the Netherlands and United Provinces ... (seconda edizione, corretta), Londra, Becket, Robson, Robinson, 1775, I, p. 324) e Johann Adam Hiller (Anweisung Zum Musikalisch-Zierlichen Gesange: Mit Hinlanglichen Exempeln Erlautert, Lipsia, Jiunius, 1780, p. XXII).