Logos (2019), p. 8. «Nel capitolo 31, il De administrando imperio fornisce la seguente descrizione: "[Ἰστέον] ὅτι ἡ βαπτισμένη Χρωβατία ἐκβάλλει καβαλλαρικὸν ἕως τῶν ξ' ᾷᾷ [ἀλλάγια], πεζικὸν δὲ ἕως χιλιάδας ρ' ...", che dovrebbe essere tradotta come: "[Dovrebbe sapere] che la Croazia battezzata affluisce e dispone di un massimo di 60 alagi in termini cavalleria [l'alagia corrispondeva a 50-400 cavalleggeri] e di 100.000 fanti [l'unità militare nota come "mille" nel X secolo equivaleva a un numero compreso tra i 400 e i 1.000 fanti] [...]". L'autore del De administrando imperio parla probabilmente (l'alagia di base e meno numerosa e il "mille" meno numeroso) di un massimo di 3.000 cavalieri e di 40.000 fanti (oltre a un tetto di 4.700 marinai). In questa descrizione, i verbi "εκβάλλω" ("confluire" e "sparpagliarsi") indicano la possibilità che i due diversi eserciti si fossero fusi. Un esercito, "εκβάλλω", giunse in Croazia dalla Serbia nel 924, mentre l'altro esercito apparteneva alla Croazia.» (EN) Aleksandar Logos, De administrando imperio: Time of creation and some corrections for translation, in Istorija Srba 1 - Dopuna 4, 2019.
Ćorović (2001), cap. 2, V: Срби између Византије, Хрватске и Бугарске. «Intorno all'890, Petar Gojniković fuggì dalla Croazia e raggiunse la Serbia dopo la morte di Mutimiro. Egli rovesciò il figlio ed erede di Mutimiro, Pribislavo, si stabilì nel paese e mantenne il trono per più di un quarto di secolo. I tre figli di Mutimiro cercarono rifugio dai croati e lì chiesero asilo e supporto. Il tentativo del fratello di mezzo Bran di rovesciare Petar con il sostegno croato non ebbe successo e avvenne intorno all'894. Lo stesso Bran sarebbe stato catturato e accecato. Fallì pure il tentativo di Clonimiro, che irruppe dalla Bulgaria e conquistò la città di Dostinica intorno all'896. Petar, la figura più carismatico, resistette a tutti. Apparentemente ruppe i rapporti con i croati, malgrado essi gli giurarono fedeltà fin dall'inizio, probabilmente perché prima anelavano a una ricompensa per le proprie azioni, salvo poi aiutare i pretendenti al trono. All'inizio Petar, probabilmente tramite suo padre o zio o parenti lì, si avvicinò ai bulgari e divenne amico del loro nuovo sovrano Simeone (dall'893). Sicuro su quel lato, iniziò ad espandersi verso ovest, a spese dei governanti di Hum e Neretlia.» (SR) Vladimir Ćorović, Историја српског народа [Storia del popolo serbo], ed. online, Belgrado, Janus; Ars Libri, 2001 [1997].