Analysis of information sources in references of the Wikipedia article "Bettino Craxi" in Italian language version.
«[...] ha rappresentato il tentativo di modernizzazione dell'Italia. Una modernizzazione almeno su tre direttrici. La prima era quella di sviluppare gli elementi liberalsocialisti che erano insiti nel sistema politico italiano. Il secondo era modernizzare lo stato italiano, avendo come modello le democrazie avanzate europee. Terzo, Bettino Craxi tentò di far compiere al paese il passaggio da una democrazia ancora molto poco sviluppata a una democrazia moderna e più vicina ai modelli europei»
«[...] i tedeschi, con accanto il muro di Berlino e una opinione pubblica in parte attratta dallo slogan "meglio rossi che morti", chiarirono che, se un solo grande Paese avesse vacillato e negato l'installazione dei missili, la Germania si sarebbe tirata indietro e quindi non se ne sarebbe fatto nulla. [...] L'Italia fu subito vista come l'anello debole, il “grande Paese europeo” che avrebbe potuto dire di no [...] L'anello debole dell'Alleanza Atlantica, l'Italia, era vicino a spezzarsi e si sarebbe spezzato senza la resistenza imprevista, testarda e durissima condotta dal Partito Socialista di Craxi. L'Italia alla fine installò i missili e così fecero pertanto tutti i Paesi europei.»
«Se l'uscita da Tangentopoli deve coincidere con un cambiamento, allora non può che avvenire attraverso la punizione di chi ha violato la legge e la costruzione di un nuovo sistema basato sulla legalità.»
«...due pregiudizi che ancora avvelenano la vita del Paese. Il primo, che dalla nascita della Repubblica l'Italia sia stata governata da mariuoli e che il solo partito immune da responsabilità politiche, e giudiziarie, fosse il Pci che traeva i propri finanziamenti dall'Urss, nemica del sistema di alleanze internazionali dell'Italia. Il secondo pregiudizio è che la magistratura possa risolvere un problema che è solo politico: quello dei costi, e del finanziamento, della politica, cioè dei rapporti fra società civile e società politica in un sistema di mercato e capitalistico»
«Craxi, non a caso, è solo un amico personale del presidente del Consiglio che in pratica ha il solo merito di averlo anticipato nello sdoganamento della destra»
«Il tesoro di Craxi è una maxi-balla. Non è mai esistito. Esisteva il "tesoro" del partito: i conti esteri del Psi. Mio padre non se n'era mai occupato. Dopo la morte di Vincenzo Balzamo, l'amministratore, la sua segreteria comunicò a Bettino i numeri di alcuni conti esteri del Psi, quelli che supponevano lui conoscesse: i conti del partito di Milano. Quindi solo una piccola parte del totale, visto che nel partito c'erano ras e correnti e ognuno badava a se stesso. Mio padre mandò la busta al nuovo segretario, Giorgio Benvenuto. Che gliela rimandò indietro. Lo stesso fece il successore di Benvenuto, Ottaviano Del Turco. A quel punto Craxi passò i riferimenti a persone di cui pensava di potersi fidare (...) Raggio, e altri. Mal gliene incolse. Ma mio padre era un uomo solo. In quel clima di intimidazione, era facile commettere errori. E anche lui ne commise»
«si parlò di una busta con i conti esteri, consegnata al nuovo segretario e strappata. «A Del Turco — racconta Bobo Craxi — fu fatto sapere che, come tutti i partiti "leninisti", anche il nostro aveva munizioni nascoste in caso di guerra. Insomma, risorse altrove da usare per le calamità; e la calamità era arrivata. Lui rispose che non voleva saperne»»
«Nel 1992 stavo a fianco di Antonio Di Pietro e di altre toghe. A Bettino Craxi ho dedicato i titoli più carogna della mia vita professionale al tempo dell'Indipendente. Del resto Bettino non fece nulla per sottrarsi ai colpi. Incurante di essere considerato il simbolo della politica ladra e corrotta, circondato da ometti che non facevano nemmeno lo sforzo di togliersi la giacca da gangster, non smetteva di ergersi senza ripararsi. Non schivava i colpi, e io pensavo fosse alterigia: quindi via con le ironie, le indignazioni e i sarcasmi. Ho sbagliato. Non scriverei più festosamente davanti alla «rivolta popolare» che accolse Bettino la sera del 30 aprile del 1993 fuori dall'hotel Raphaël a un passo da piazza Navona.»
«[...] i tedeschi, con accanto il muro di Berlino e una opinione pubblica in parte attratta dallo slogan "meglio rossi che morti", chiarirono che, se un solo grande Paese avesse vacillato e negato l'installazione dei missili, la Germania si sarebbe tirata indietro e quindi non se ne sarebbe fatto nulla. [...] L'Italia fu subito vista come l'anello debole, il “grande Paese europeo” che avrebbe potuto dire di no [...] L'anello debole dell'Alleanza Atlantica, l'Italia, era vicino a spezzarsi e si sarebbe spezzato senza la resistenza imprevista, testarda e durissima condotta dal Partito Socialista di Craxi. L'Italia alla fine installò i missili e così fecero pertanto tutti i Paesi europei.»
«[...] un'occasione che deve essere assolutamente utilizzata dal governo per un programma di politica economica di medio e di lungo periodo. Un programma vero, capace di correzioni profonde e di interventi strutturali, capace di forzare lo sviluppo e di ridare competitività all'azienda Italia che invece mostra segni inequivocabili di degrado. A partire dalla spaventosa situazione del deficit pubblico, dall'ennesimo buco nei conti dell'Inps, dell'alto costo del denaro per le imprese, dal peggioramento della bilancia commerciale.»
«...infatti, prima di Hammamet il suo esilio doveva essere Parigi, perché sembrava che la Francia lo avrebbe accolto. Del resto, non c'era motivo di dubitarne, dato che chiunque in passato vi aveva sempre trovato asilo per motivi politici, persino in relazione ad accuse di terrorismo.»
«Al fine di ostacolare il presidenzialismo di Craxi scrive Bertoldo i promotori del referendum non hanno trovato di meglio che invocare una repubblica gollista e lavorano in questa direzione con uno zelo acefalo che ricorda il cieco determinismo delle api operaie. Chi ci salverà, chiede Bertoldo, da un'operazione che vede affiancati Occhetto e Pininfarina, Pannella e padre Sorge, Il Giornale e la Repubblica?»
«è solo il capobanda ma sembra un faraone, ha gli occhi dello schiavo e lo sguardo del padrone, si atteggia a Mitterrand ma è peggio di Nerone.»
Va anche notato che a distanza di 15 anni, De Gregori - la cui canzone Viva l'Italia accompagnò suo malgrado i congressi del PSI per tutto il quindicennio di gestione craxiana - afferma che
«se ripenso a Craxi credo che intellettualmente sia molto superiore a tanti politici di oggi»
«A un certo punto gli dissi: caro Bettino, io so a chi è andata una fetta di denari prodotti dal finanziamento.... E lui, davanti al caminetto, me lo ricordo con la coperta, mi rispose: "Io non posso mischiare le mie vicende giudiziarie con grandi cause di libertà e di liberazione".»
«Il maggior successo repubblicano è stato probabilmente l'annuncio, nel gennaio '87, sotto il governo Craxi, del quinto posto raggiunto tra i Paesi industrializzati del mondo, davanti alla Gran Bretagna.»
«[...] i tedeschi, con accanto il muro di Berlino e una opinione pubblica in parte attratta dallo slogan "meglio rossi che morti", chiarirono che, se un solo grande Paese avesse vacillato e negato l'installazione dei missili, la Germania si sarebbe tirata indietro e quindi non se ne sarebbe fatto nulla. [...] L'Italia fu subito vista come l'anello debole, il “grande Paese europeo” che avrebbe potuto dire di no [...] L'anello debole dell'Alleanza Atlantica, l'Italia, era vicino a spezzarsi e si sarebbe spezzato senza la resistenza imprevista, testarda e durissima condotta dal Partito Socialista di Craxi. L'Italia alla fine installò i missili e così fecero pertanto tutti i Paesi europei.»
«Il suo testamento finale, quel discorso parlamentare dedicato a Mani Pulite, lo vede proteso a chiedere ai partiti uno scatto di autocritica e di orgoglio che avrebbe risparmiato all'Italia tante false rivoluzioni e tante sofferenze.»
«Non ritenne di dovere discriminare nessuno, e decise di consultare, quando formò il suo primo governo, anche il segretario del Msi Almirante, e fu la prima volta che accadeva»
«Craxi è stato un politico della sinistra, nel solco della storia del socialismo riformista. Ha rivitalizzato il Psi, ha intuito prima di altri quanto l'Italia avesse bisogno di una modernizzazione economica e istituzionale, su questo sfidò due grandi forze come la Dc e il Pci e avvertendo il rischio di non farcela, non sfuggì alla tentazione di un'alleanza con i poteri forti, come la P2 di Gelli, terreno sul quale è maturata la degenerazione e la corruzione.»